
La campagna. Un quadretto idilliaco con una bella casetta in mezzo al verde, magari vicino a un dolce ruscello e a tanti alberi ordinati dove, all'occorrenza, qualche uccellino canta. Ma sempre in modo composto, con sobria allegria. Il problema è questo: se vivi in città, molto probabilmente la campagna te la immagini così. Ed è la ragione per cui hai acquistato un'abitazione in cui trascorrere i weekend liberi e qualche fare qualche piccola vacanza riposante ogni tanto. Quando arrivi però scopri che quell'ambiente è tutto fuorché silenzioso. Le mucche al pascolo indossano un campanaccio che ha lo scopo proprio di fare continuamente rumore, i galli cantano di mattina presto, molto presto, e poi ci sono i trattori nei campi che i contadini mettono in moto alle prime luci dell'alba e durante l'estate possono lavorare anche di notte. E tu, che volevi solo silenzio, ti lamenti. Per non parlare dell'odore di letame. Ma la domanda è: quanto diritto hai di protestare contro i suoni e la vita di un mondo che volevi piegare alla tua fantasia? Il senato francese ti risponderebbe: nessuna. Il 21 gennaio ha infatti approvato una legge che mira a proteggere il patrimonio sensoriale della campagna. E noi siamo d'accordo.
Tutto comincia con la vicenda del gallo Maurice, te la ricordi? Nel paese di Saint-Pierre-d’Oléron, in Nuova Aquitania, alcune persone trascinarono in tribunale la proprietaria del gallo, loro vicina di casa, con l'accusa di eccessivo rumore provocato dall'animale. Non è l'unica storia di questo tipo, ma si tratta probabilmente del caso più famoso, al punto che se ne parlò persino in Italia. Alla fine, dopo petizioni firmate da migliaia di persone tra cui anche politici, il giudice affermò che Maurice stava semplicemente seguendo la propria natura. Sì, c'è stato bisogno di metterlo nero su bianco.
Quante volte accadono vicende simili nel nostro Paese? Magari non si finisce per vie legali, ma resta il problema del non capire che la campagna non può essere quel quadretto idealizzato e stereotipato che ci siamo dipinti nella nostra mente e che non abbiamo nemmeno diritto di reclamare questo nostro desiderio. Arrivi in un mondo che già esiste, dove le persone lavorano e faticano proprio come fai tu durante la settimana, dove animali ed esseri umani hanno dovuto convivere e trovare un proprio equilibrio. Con quale arroganza chiedi loro di fare silenzio, solo perché sei arrivato tu?