
Dove c’è troppo sale non c’è vita. L’esempio più eclatante è forse il mar Morto, che tutti conosciamo perché la concentrazione di sale nelle sue acque supera il 33% impedendo la vita della maggior parte degli organismi che normalmente popolano i mari. E come per il mare, l’eccesso di sale agisce da killer anche per quanto riguarda terreni e coltivazioni. Con il termine “salinizzazione dei suoli” si intende infatti l’eccessiva concentrazione di sali all’interno di un terreno, concentrazione che, soprattutto in superficie, può rendere il suolo poco fertile impedendo la crescita e la nascita di microrganismi e quindi anche la coltivazione di nuove piante. La salinizzazione è una delle cause principali della desertificazione che sta interessando diverse aree agricole in tutto il mondo, provocando una consistente perdita di suolo coltivabile. Ma come e quando si verifica questo fenomeno e quali sono le sue conseguenze?
I motivi per cui un terreno può essere soggetto a un’eccessiva concentrazione di sale posso essere diversi e di diversa origine. Uno di questi è, soprattutto nelle zone costiere, l’abbassamento del livello delle falde sotto il livello del mare, in cui le acque delle falde stesse vengono contaminate con quelle del mare trasformando l’acqua dolce in acqua salata. Spesso però la salinizzazione è il risultato di pratiche agricole come ad esempio l’abuso di fertilizzanti o l’irrigazione fatta con acqua molto carica di sale. Soprattutto nelle zone molto calde e aride, infatti, la salinità dei suoli subisce un incremento, aumentato ulteriormente dall’irrigazione. Sì, perché quando si irrigano suoli molto caldi l’acqua evapora molto in fretta lasciando i sali all’interno del terreno che li accumula. Un accumulo costante di queste sostanze a lungo andare può provocare la sterilità del terreno, rendendolo impossibile da coltivare e quindi inutilizzabile ad uso umano e produttivo.
Attualmente la salinizzazione interessa una grande quantità di terreni irrigati nel mondo, circa un quarto, soprattutto nelle zone medio orientali, ma anche Cina e Africa. In Italia avviene soprattutto nei pressi delle coste e dove le falde acquifere risultano eccessivamente sfruttate. Le conseguenze di questo fenomeno difficilmente potrebbero essere considerate positive, sebbene in alcuni casi l’utilizzo di acqua salta possa comportare delle coltivazioni più particolari e saporite. In ogni caso, le conseguenze della salinizzazione comportano principalmente la sterilità del terreno, l’impossibilità di coltivarlo e quindi la preclusione di determinate zone da destinare all’agricoltura.