Salvati e riabilitati, la storia a lieto fine dei pinguini Magellano che hanno ritrovato la strada verso l’oceano

Cercavano riparo sulla spiaggia perché lo stato di malnutrizione in cui si trovavano e lo scarso piumaggio non permetteva loro di mantenere la temperatura corporea in acqua. Così dodici pinguini Magellano sono stati trovati e recuperati dai volontari dell’associazione Mundo Marino, per tornare, dopo un periodo di riabilitazione, nel loro habitat maturale.
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Gaia Cortese 15 Aprile 2021

Dodici pinguini di Magellano hanno ritrovato la strada verso l’oceano. Hanno però potuto farlo solo dopo un periodo di riabilitazione perché questa storia, che ora sappiamo a lieto fine, ha avuto inizio su una spiaggia di San Clemente del Tuyu, a Buenos Aires, nel momento in cui questi animali hanno cercato riparo sulla sabbia, non riuscendo a mantenere la propria temperatura in acqua a causa del ridotto piumaggio.

I pinguini salvati, infatti, mostravano chiari sintomi di ipotermia, malnutrizione e disidratazione, e alcuni esemplari avevano anche un alto carico parassitario che ne pregiudicava lo stato di salute.

A prendersi cura di loro ci hanno pensato principalmente i volontari del centro di riabilitazione Mundo Marino, con la collaborazione di altre associazioni di volontariato della zona. Tra la fine di novembre dello scorso anno e l'inizio di marzo di quest'anno i pinguini sono stati curati e riportati in buone condizioni di salute per permettere loro di tornare a vivere nel loro habitat naturale.

Secondo l'Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali (Iucn), in Argentina e in Cile ci sono tra i 2,2 e i 3,2 milioni di pinguini di Magellano (Spheniscus magellanicus) adulti. Sono animali in forte diminuzione, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici e della pesca indiscriminata che viene praticata in mari e oceani.

L’allarme lo aveva già lanciato la biologa marina Dee Boersma, come riporta questo articolo su La Stampa: in 25 anni i pinguini della Riserva di Punta Tombo, a 1600 km a sud dalla città di Buenos Aires, sono passati da 300 mila a 200 mila esemplari. Il fatto che le temperature delle acque oceaniche si siano alzate negli ultimi anni di almeno un grado, fa sì che anche la distribuzione e la disponibilità di pesci e calamari – il principale sostentamento alimentare dei pinguini – siano cambiate. I pinguini sono infatti costretti a nuotare per lunghe distanze per procacciarsi il cibo e non sempre riescono a trovarlo.

È quindi comprensibile come questi dodici pinguini siano stati trovati in uno stato avanzato di malnutrizione e con un piumaggio insufficiente per consentirgli di mantenere la temperatura corporea in acqua.