Negli ultimi anni, l'Italia ha registrato un preoccupante aumento dei casi di scabbia, con incrementi fino al 750% in alcune aree tra il 2020 e il 2023. In particolare, la regione Lazio ha visto un'impennata significativa, soprattutto nelle strutture di lungodegenza, mentre Bologna ha registrato un aumento simile nello stesso periodo. A lanciare l'allarme sono stati gli esperti della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), in vista del Congresso Nazionale SIDeMaST Special Edition 2025, organizzato nell’ambito del XIV International Congress of Dermatology (Roma 18-21 giugno)
🧬 Cos'è la scabbia e come si trasmette
La scabbia è un'infestazione cutanea causata dall'acaro Sarcoptes scabiei var. hominis. Questo parassita scava cunicoli nello strato superficiale della pelle, provocando un intenso prurito e lesioni cutanee. La trasmissione avviene principalmente attraverso contatti cutanei prolungati con persone infette. Il contagio indiretto, tramite indumenti o biancheria contaminata, è meno comune ma possibile.
⚠️ Sintomi da riconoscere
I principali sintomi della scabbia includono:
Prurito intenso, spesso più accentuato durante la notte.
Eruzioni cutanee con piccole vescicole o protuberanze.
Cunicoli cutanei visibili come linee sottili e tortuose, soprattutto tra le dita, sui polsi, ascelle, addome, glutei e genitali.
Il periodo di incubazione varia da 2 a 6 settimane dopo il contagio.
🧪 Diagnosi e trattamento
La diagnosi si basa sull'esame clinico delle lesioni cutanee e può essere confermata tramite analisi microscopica. Il trattamento prevede l'uso di scabicidi topici, come la permetrina, applicati su tutto il corpo. In alcuni casi, si ricorre all'ivermectina per via orale. È fondamentale trattare anche i contatti stretti del paziente per prevenire la reinfestazione.
🧼 Prevenzione e consigli pratici
Per prevenire la diffusione della scabbia:
Evitare contatti prolungati con persone infette.
Lavare biancheria, asciugamani e indumenti a temperature elevate (almeno 60°C).
Evitare la condivisione di oggetti personali.
In caso di sospetto contagio, consultare un medico per una diagnosi e trattamento tempestivi.