Scoperta una grande barriera corallina incontaminata nella Polinesia francese

Un altro esempio di resilienza della natura. Da poco è stata scoperta una barriera corallina a una profondità tra i 30 e i 70 metri, dove la temperatura dell’acqua più bassa è favorevole allo sviluppo e alla conservazione di spugne e coralli, oltre che alla vita di numerose specie marine.
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Gaia Cortese 25 Gennaio 2022

Sana, incontaminata e brulicante di vita. Ad una profondità tra i 30 e i 70 metri è stata da poco scoperta una barriera corallina al largo delle coste di Tahiti, nella Polinesia francese.

Larga tra i 30 e i 60 metri ed estesa per circa 3 chilometri di lunghezza, la barriera, paragonata a un'opera d'arte dal fotografo francese Alexis Rosenfeld, è tutta ricoperta da giganti coralli a forma di rosa, dal diametro di 2 metri.

A fare la felice scoperta è stata la ricercatrice e subacquea Laetitia Hédouin lo scorso novembre, mentre era impegnata in un’immersione ricreativa. Successivamente, per confermare quanto rinvenuto, un team di ricercatori del programma "Unesco per l’educazione, le scienze e la cultura" che si occupa del monitoraggio dei coralli e degli ecosistemi marini anche in Polinesia, si è incaricato di identificare la presenza di questa grande barriera corallina in una zona nota come "mesofotica", ossia che si caratterizza per la bassa penetrazione della luce, a quale profondità si trova.

Più vita oltre i 30 metri di profondità

Proprio la profondità rilevata, oltre  i 30 metri, potrebbe essere la condizione ideale per  garantire la conservazione della barriera, che non mostra segnali di sbiancamento o di deterioramento causato dell’attività umana. A questa profondità oltretutto la temperatura dell’acqua è più bassa, una condizione ideale non solo per spugne e coralli, ma anche per le migliaia di specie di pesci e microrganismi che popolano la barriera.

È stato magico poter osservare questi bellissimi coralli giganti a forma di rosa. Era come un'opera d'arte.

Alexis Rosenfeld, fotografo francese

Per  lo scienziato marino Murray Roberts dell'Università di Edimburgo, "poiché le acque di superficie si riscaldano più velocemente delle acque più profonde, in futuro potremmo scoprire che questi sistemi di barriere coralline più profonde saranno rifugi per i coralli. Dobbiamo uscire per mappare questi luoghi speciali, comprendere il loro ruolo ecologico e assicurarci di proteggerli per il futuro".

La scoperta appena fatta è di fondamentale importanza, non solo per le condizioni in cui riversano mari e oceani a causa dei cambiamenti climatici, ma anche perché almeno il 25% delle specie marine vivono proprio nelle barriere coralline. Scoprire una barriera corallina incontaminata e brulicante di vita è una speranza per la salvaguardia dell'ambiente marino e chissà che a queste profondità le attività dell'uomo riescano a non fare ulteriori danni.