“Se ami il mare è questo che devi fare”. Così i pescatori di Fiumicino hanno raccolto migliaia di tonnellate di plastica

Dal 2019 a oggi, i pescatori di Fiumicino hanno raccolto dal mare e portato a terra circa 25mila tonnellate di plastica, plastica che diventerà materia prima seconda per costruire arredi urbani. Vuoi sapere come funziona questa raccolta? Vieni con noi a bordo del peschereccio San Vincenzo.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Redazione 27 Agosto 2021

“Il mare è come una spugna: prende, prende, prende, poi arriva il momento che non ce la fa più. E quando non ce la fa più è troppo tardi.”

A parlare è Gennaro Esposito, pescatore da una vita e comandante del peschereccio San Vincenzo, che ogni notte salpa dal porto di Fiumicino. Per anni, con una frequenza inquietante, nelle sue reti oltre al pesce ha trovato ben altro. Ma da un po’, finalmente, non è più costretto a ributtare in mare ciò che, in mare, non dovrebbe starci.

Ci avevano provato ancora 20 anni fa, quando si erano accorti che la plastica che rimaneva impigliata nelle loro reti era davvero tanta e rischiava di diventare un problema. Allora non era ancora possibile portare a terra i rifiuti recuperati in mare, le conseguenze potevano essere gravi. Però avevano ragione loro.

Nel 2019, infatti, l’accordo con la Regione Lazio e diverse altre realtà per contribuire a salvaguardare le acque in cui loro stessi ogni giorno navigano e da cui traggono lavoro e sostentamento. Gratuitamente e volontariamente.

Così in questi due anni i pescatori di Fiumicino hanno tirato a bordo delle loro imbarcazioni circa 25mila tonnellate di rifiuti. Rifiuti provenienti dalle navi ma soprattutto dai fiumi, che rappresentano il canale principale attraverso cui materiali estranei si riversano in mare e, di conseguenza, influiscono negativamente sulla salute dei pesci e sull’attività dei pescatori, oltre che sulla salute di tutti.

Una situazione che, negli anni, non ha fatto che peggiorare come dimostrano vari oggetti in plastica ancora intatti nonostante l’acqua, la salsedine e le onde. Ciò che trovano ogni giorno è quanto di più variegato si possa immaginare: taniche vuote, cotton fioc, bottiglie, stoviglie, fusti dal contenuto sconosciuto, addirittura tricicli dei bambini e automobili.

Ciò che fanno i pescatori è semplicemente non rigettare tutto questo in mare, lasciandolo respirare un po’ di più e salvaguardando la sua salute. Una volta tirata in barca con le reti, la plastica viene riposta in alcuni sacchi, rigorosamente in materiale riciclato, e portata a terra, gettata all’interno di un grande cassone che periodicamente viene svuotato per essere destinato all’avvio a seconda vita. A gestire questo passaggio è Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica che si occuperà poi dell’analisi, valutazione e smistamento del materiale plastico per destinarlo a diventare nuovi oggetti.

Nel caso dei rifiuti recuperati dal mare, essendo composti di vari tipi di plastica si rivelano particolarmente adatti per la creazione di arredi urbani come tavoli e panchine. Esattamente come quelli già stati donati da Corepla al Comune di Fiumicino, partner dell’iniziativa.

Credits

Riprese e montaggio: Fabrizio Orsola