Senz’acqua e con temperature al di sopra dei 50°C: la nuova inchiesta di Essere Animali sul trasporto dei maiali

L’ong per la difesa degli animali ha deciso di seguire alcuni camion per il trasporto dei suini dagli allevamenti fino ai macelli. Durante i primi giorni di allerta rossa, i maiali venivano stipati in rimorchi sovraffollati e caldissimi, senza nemmeno la possibilità di bere. Ecco perché servono leggi migliori.
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Giulia Dallagiovanna 28 Luglio 2023

Temperature oltre i 35°C per giorni, su tutta l'Italia. In strada, camion per il trasporto degli animali da macello sovraffollati, senza acqua e senza alcun riparo dal caldo torrido. La nuova inchiesta di Essere Animali mostra ancora una volta come i sistemi intensivi riducano gli esemplari a poco più che numeri, li trattino in modo disumano e non tengano nemmeno lontanamente in considerazione le sofferenze degli essere viventi che sfruttano.

L'organizzazione, tra le più importanti a livello europeo per la difesa degli animali, ha deciso di percorrere l'A1, tra Milano e Bologna, per capire come i maiali venissero traportati dai numerosi allevamenti presenti in Pianura Padana fino al luogo in cui venivano macellati. Lo ha fatto a inizio Luglio, proprio durante i primi giorni di allerta rossa per le temperature.

"Il presentimento che anche quest’anno avremmo visto tanti trasporti di animali vivi nei giorni più caldi dell’estate lo abbiamo avuto i primi di luglio, quando il Ministero della Salute non aveva ancora pubblicato l’annuale nota nella quale fornisce prescrizioni proprio sui trasporti di animali con alte temperature, ai servizi veterinari regionali, alle associazioni di categoria dei trasportatori e alla Polizia Stradale. Negli anni precedenti la nota ministeriale veniva infatti diramata diverse settimane prima. Il ritardo di non vederla arrivare ci ha fatto pensare che non ci fosse la volontà da parte delle istituzioni di frenare questi tipi di trasporti", ha spiegato l'organizzazione.

Così hanno voluto verificare di persona, seguendo i camion, misurandone la temperatura interna e valutando le condizioni di stress in cui si presentavano i maiali. Le immagini, come spesso accade, sono impressionanti. In almeno 5 veicoli si superavano i 40°C. In un caso poi si raggiungevano i 51°C. La maggior parte dei suini poi boccheggiava, alla ricerca di un'aria che non arrivava, con un'alta frequenza respiratoria data sia dal caldo che dalla progressiva disidratazione. Sì, perché buona parte di questi viaggi venivano effettuati senza alcuna possibilità di abbeveramento per gli animali. Non erano presenti infatti i beverini, che purtroppo non sono nemmeno obbligatori per legge.

Diversi maiali poi erano sdraiati a terra, incapaci di sostenere temperature così elevate. "Il trasporto peggiore che abbiamo documentato  – raccontano – è quello di un camion partito da un allevamento in Piemonte e diretto a Faenza che ha impiegato almeno 7 ore per arrivare al macello. Un viaggio per nulla breve e che in condizioni di estremo caldo e senza acqua a disposizione rappresenta una crudeltà per gli animali. Per questo caso procederemo con una denuncia alle autorità".

Ma cosa si può denunciare? Prima di tutto devi sapere che esiste un regolamento, il N.1/2005, che legifera proprio sulla difesa e la protezione degli animali durante il trasporto. Si precisa, ad esempio, che nessuno è autorizzato a intraprendere viaggi che espongano gli esemplari a lesioni o sofferenze inutili. Questi camion quindi non sarebbero proprio dovuti partire.

È un testo però che non soddisfa le associazioni animaliste  perché non pone dei parametri oggettivi di riferimento per capire, in modo incontrovertibile, quando un tipo di trasporto sta minando il benessere degli animali. In questo modo è più facile muoversi all'interno di una zona grigia ed evitare controlli o stop da parte delle autorità competenti. Ecco perché Essere Animali, assieme a decine di altre ong in tutta Europa, ha aderito alla campagna No Animal Left Behind per chiedere leggi migliori.

Un testo adeguato dovrebbe infatti fissare delle soglie di temperatura interna dei convogli oltre la quale sia vietato mettersi in viaggio, garantire la presenza dell'acqua e uno spazio adeguato.

Quello che puoi fare tu, per dare una mano, è invece ridurre il quantitativo di carne che consumi ogni settimana, mantenendoti ad esempio sulle porzioni previste dalla dieta mediterranea. Una delle principali ragioni per cui esistono i sistemi intensivi, che stanno facendo del male agli animali e distruggendo il Pianeta, è perché abbiamo aumentato in modo esponenziale e non salutare la quantità di carne e prodotti di derivazione animale che mangiamo quotidianamente. Uno stile di vita più sostenibile passa anche attraverso la nostra spesa.