Servizio civile ambientale per i giovani fino a 35 anni, ok del ministro Cingolani: “Un’ottima idea”

La proposta del gruppo parlamentare FacciamoEco – Federazione dei Verdi è quella di inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza l’istituzione di un servizio civile ambientale, retribuito, per chi ha meno di 35 anni. In primo piano lotta al dissesto idrogeologico e contrasto ai cambiamenti climatici, due ambiti in cui l’azione dei giovani porterebbe un contributo rilevante.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Federico Turrisi 1 Aprile 2021

Giovani e ambiente, un binomio che abbiamo imparato a conoscere bene. Pensa soltanto alle manifestazioni di Fridays for Future per chiedere un'azione immediata e più incisiva da parte dei governi contro la crisi climatica. Chi meglio di loro potrebbe dare una mano in questa sfida epocale, partendo dalla cura del territorio?

Parte da questa considerazione la proposta di creare un servizio civile ambientale per i giovani fino a 35 anni presentata l'altro ieri in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati dai parlamentari del gruppo FacciamoECO – Federazione dei Verdi, ossia Rossella Muroni, Andrea Cecconi, Lorenzo Fioramonti, Alessandro Fusacchia e Antonio Lombardo.

Poter investire i fondi europei del Next Generation EU nella conversione ecologica del nostro Paese rappresenta un'occasione da non lasciarsi sfuggire. L'idea del gruppo parlamentare di FacciamoECO è semplice: anziché continuare a spendere in media 3,5 miliardi di euro all'anno per le conseguenze del dissesto idrogeologico, perchè non cambiare approccio, investendo di più nella prevenzione e coinvolgendo attivamente i giovani?

Insomma, dare vita a un percorso formativo e professionalizzante per le nuove generazioni finalizzato alla manutenzione del territorio, al monitoraggio e all’aggiornamento di dati, alla formazione e alla divulgazione. È chiaro che si tratterebbe – hanno ribadito i parlamentari Verdi – di un "servizio adeguatamente retribuito e declinato in attività coerenti con il Piano Nazionale per l'Adattamento al Cambiamento Climatico, come la piantumazione di alberi, il rimboschimento di crinali e la messa in sicurezza del territorio. Un servizio per il bene comune che aiuterebbe anche a diffondere una cultura della prevenzione". Per questo, la richiesta è quella di inserire il servizio civile ambientale nel Recovery Plan, o meglio nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

La proposta ha incontrato tra l'altro il favore di diversi esponenti del governo, tra cui il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. "Ho letto e apprezzato la proposta di creare un servizio civile ambientale e l'appello bipartisan che mi è stato rivolto. È un'ottima idea: credo possa essere una valida occasione formativa e lavorativa per i giovani, un percorso professionalizzante per prepararli alle future sfide della transizione ecologica", ha detto Cingolani in un comunicato. "È in corso una riflessione per valutare come inserirlo nel Pnrr e nelle iniziative a esso correlate. È una strada sicuramente da esplorare".