
Osservando un acquario chissà quante volte vi sarà capitato di vedere il Labroides dimidiatus, un nome difficile che indica il famoso pesce pulitore. In natura questo pesce bazzica le barriere coralline indo-pacifiche. Sfruttando le pinne pettorali, esegue un “movimento a farfalla”, simile ad una danza. Una danza ammaliatrice verrebbe da dire perché così facendo, gli altri pesci si avvicinano in modo che il Labroides dimidiatus possa ispezionarli e cibarsi dei parassiti presenti su essi. In un acquario il pesce pulitore dà un grande contributo al controllo dei parassiti e all’equilibrio dell’ecosistema. Chi ha una vasca per pesci, sicuramente conosce questi dettagli. Ciò che invece è meno noto, è che il pesce pulitore è in grado di analizzarsi allo specchio.
Il Labroides dimidiatus è in grado di riconoscersi se posto davanti ad una superficie riflettente. La scoperta è stata fatta da un team della Osaka Metropolitan University. È stato accertato che queste creature marine hanno la capacità di autoriconoscimento allo specchio (MSR). In parole povere i pesci riconoscono la propria immagine riflessa.
Come capita con gli esseri umani, i pesci utilizzano un’immagine mentale delle proprie sembianze. In altre parole, quando un pesce pulitore vede la sua immagine riflessa, non reagisce come se fosse un altro pesce. Invece, sembra riconoscere che l'immagine è sé stesso, proprio come farebbe un essere umano.
La straordinarietà di questa scoperta è seconda solo a quella fatta dallo stesso team di ricercatori qualche tempo dopo. Gli studiosi dell’Osaka Metropolitan University hanno scoperto che il pesce pulitore è in grado di decidere se affrontare o meno un rivale dopo essersi guardato allo specchio, percependo le sue dimensioni rispetto allo "sfidante". Lo studio è stato pubblicato su “Nature”.
Nella prima parte dell’esperimento, un campione di Labroides dimidiatus è stato messo al cospetto di foto ritraenti pesci più grandi o più piccoli del 10%. I pesci pulitori hanno manifestato aggressività sia verso i rivali di taglia più piccola sia verso i più grandi.
Per la seconda fase dell’esperimento, i pesci pulitori sono stati messi davanti ad uno specchio e solo successivamente sono state mostrate loro le foto dei rivali. È successo qualcosa di molto interessante: i pesci pulitori non hanno attaccato le immagini di pesci di dimensioni maggiori. È stata mantenuta, invece, l’aggressività nei confronti dei pesci più piccoli. I ricercatori hanno concluso che il pesce pulitore ha la facoltà di costruirsi un’immagine mentale del suo corpo e delle dimensioni.
La “costruzione” di questa immagine mentale permette al Labroides dimidiatus di valutare se ci sono i presupposti o meno per sferrare un attacco. Ad oggi, sostengono i ricercatori, il pesce pulitore è l’unico animale, eccetto l’uomo, che abbia una forma di “coscienza di sé" e dei suoi limiti fisici. Questi risultati, è bene dirlo, non escludono che anche altri animali abbiano la “coscienza di sé" ma più semplicemente, al momento non ci sono studi che lo dimostrino.