
Chi bazzica il mare di Sardegna probabilmente ha già sentito questa voce: le acque sarebbero abitate anche da balene e altri mammiferi marini, e non solo dai delfini che a volte si incontrano navigando da e per l'isola.
Ora questa voce è una certezza: in dieci giorni, alcune ricercatrici hanno registrato numerose volte la voce di alcuni cetacei sul fondo di un canyon subacqueo a Nord della Sardegna.
A confermare la presenza di balene e capodogli è il progetto del R!se Sardegna, i giganti dimenticati.
Le ricercatrici incaricate hanno scandagliato per un buon periodo di tempo le acque e le coste settentrionali dell'isola, registrando infine con i loro idrofoni alcuni segnali dei capodogli, rilevati nel Canyon di Castelsardo. Questa zona rientra nelle dieci aree per la protezione nuova e rafforzata che sono state individuate dal WWF in Italia, (insieme al Santuario di Caprera, sempre in Sardegna).
"È stato emozionante avvertire dall'idrofono il clic del capodoglio", ha raccontato la biologa esperta di megafauna marina Laura Pintore ad Ansa. La dottoressa ha condotto le ricerche insieme a Giulia Prato, capo programma Oceani. "In quattro giorni abbiamo registrato la presenza di cetacei per ben sette volte".
Il programma condotto dalle ricercatrici si è sviluppato attraverso un'attività di ricerca che ha impiegato tecnologie innovative. Lo scopo era, appunto, indagare sull'eventuale presenza di cetacei sul fondale della gola che si estende dal centro del golfo per abbassarsi in direzione nord-ovest.
Il tutto si è svolto su una barca messa a disposizione da Boomerang (agenzia privata di charter di Olbia), alla quale sono stati affiancati droni aerei, idrofoni, kit di rilevamento del DNA ambientale e droni subacquei.
La notizia è già di per sé incoraggiante e positiva: la presenza di cetacei è sinonimo di benessere delle acque e la loro protezione è fondamentale per preservare la biodiversità della zona.
C'è però anche un'altra notizia positiva, anche se più mediatica e pop: come fanno sapere da Ansa, un team di filmaker sta riprendendo tutte le fasi del progetto che ha portato all'individuazione dei capodogli in Sardegna. Lo scopo è produrre un documentario che sarà distribuito su canali internazionali per raccontare le fasi del lavoro e per illustrare lo stato delle acque e della fauna marina sarda.