Siamo o no nell’Antropocene? Secondo alcuni studi l’uomo avrebbe lasciato un segno indelebile sulla Terra

Antropocene: siamo entrati in una nuova epoca geologica o è un evento geologico in corso? Il dibattito è acceso e noi stiamo lasciando il segno sulla Terra.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
31 Maggio 2023 * ultima modifica il 31/05/2023

Secondo diversi studiosi l’uomo avrebbe ormai lasciato un segno indelebile nel record geologico del Pianeta. È nato così il termine “Antropocene”, una nuova epoca geologica in cui, secondo alcuni scienziati, saremmo entrati in un momento ancora imprecisato degli ultimi decenni. Nessun rinvenimento di esseri umani allo stato fossile tra gli strati di roccia, ma alcuni segni distintivi della nostra storia recente. Segni di cui non andare molto fieri, in realtà.

Bisogna premettere però che è in atto un dibattito molto acceso sul tema: diversi studiosi criticano il fatto che la definizione formale di Antropocene, come serie cronostratigrafica ed epoca geocronologica successiva all’Olocene, non tenga conto della natura sincrona degli impatti umani sui sistemi ambientali di tutto il Mondo durante il tardo Quaternario. È stato così introdotto il concetto di “evento geologico in corso”, per indicare la natura in fieri del processo, oltre a considerare pienamente l’eterogeneità spaziale e temporale dei processi antropici. Vediamo di che si tratta.

Addio Olocene, benvenuti nell’Antropocene?

Possiamo dire che sia stato Paul Jozef Crutzen, Premio Nobel per la Chimica nel 1995, a introdurre il termine “Antropocene” nella cultura di massa all’inizio degli anni duemila. Salutava così, nel titolo di un suo famoso libro (“Benvenuti nell’Antropocene”), il debutto al grande pubblico di un termine in realtà già coniato dal biologo Eugene Filmore Stoermer negli anni ’80 e inizialmente riferito in maniera piuttosto generica all’impatto delle attività umane sul nostro Pianeta. Il concetto è stato poi esplorato più seriamente una decina di anni dopo, quando la Commissione Stratigrafica della Società Geologica Londinese ha creato un Gruppo di Lavoro sull’Antropocene (Anthropocene Working Group, AWG) all’interno della Sottocommissione Internazionale di Stratigrafia del Quaternario (Subcommission on Quaternary Stratigraphy), a sua volta parte della Commissione Stratigrafica Internazionale (International Commission on Stratigraphy). Se secondo Crutzen l’inizio dell’Antropocene doveva collocarsi nella seconda metà del Settecento, in corrispondenza dell’inizio della rivoluzione industriale europea, il Gruppo di Lavoro AWG, invece, avrebbe individuato come finestra temporale di passaggio da un’epoca geologica all’altra, il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Si tratterebbe del periodo caratterizzato dalla “grande accelerazione” o “grande terremoto ecologico”, come lo definiscono alcuni dei più importanti sostenitori di questa teoria, ovvero dell’impatto delle attività umane sul clima terrestre e sugli ecosistemi.

Come sappiamo però, per definire un’epoca geologica è necessario che la stessa sia riconoscibile nel record di roccia, deve esserci un marker stratigrafico che permetta di individuare in maniera distintiva il gruppo di strati di roccia dai precedenti in ordine temporale. Gli scienziati che fanno risalire l’inizio dell’Antropocene agli anni ’40 e ’50, sostengono che a soddisfare i requisiti richiesti sia un orizzonte geologico ricco di radionuclidi artificiali e legato al fallout dei test termonucleari realizzati in varie parti del Mondo in quel periodo e distribuito a livello planetario. In realtà le attività umane hanno lasciato un segno nella geologia del Pianeta ben prima: basta pensare allo sviluppo dell’agricoltura, alla scomparsa di alcune specie, alla deforestazione in alcune aree del Pianeta, all’ingegneria idrica che ha modificato i corsi d’acqua, o all’estrazione degli idrocarburi. Tantissime attività, estese nel tempo e nello spazio, che rendono molto difficile l’individuazione di un livello definito tra un’epoca e un’altra.

Un evento in fieri

Se non lo si può definire come epoca geologica, allora cos’è l’Antropocene?  Secondo vari studiosi, è possibile definire l’Antropocene come un evento geologico in divenire, al pari di altri eventi che hanno modificato la biosfera terrestre e caratterizzato la storia geologica del nostro Pianeta come “la Grande Ossidazione” (o Crisi dell’Ossigeno) avvenuta circa 2,5 miliardi di anni fa, quando si accumulò così tanto ossigeno da provocare un’estinzione di massa, oppure come il grande evento di radiazione adattativa avvenuto circa 485 milioni di anni fa, quando per cause ancora su cui si dibatte si ebbe una vera e propria esplosione di biodiversità.

Dunque, come in questi eventi (che durarono milioni di anni), anche durante l’Antropocene si sta registrando una modifica del sistema Terra e della sua biodiversità, questa volta ad opera dell’uomo e delle sue attività. Ovviamente stiamo osservando dei fenomeni che avvengono a scale temporale enormemente differenti: velocissima la nostra, lentissima quella geologica. Una cosa è certa, secondo gli studiosi vedremo presto gli effetti nei sedimenti e nel record geologico, anzi, sarebbe già possibile riconoscere uno strato iniziale.

La base dell’evento “Antropocene”

Secondo un gruppo di ricerca internazionale è già possibile individuare una base stratigrafica per l’evento “Antropocene”; i risultati sono pubblicati sulla rivista Quaternary Science Advances. I ricercatori hanno individuato almeno quattro categorie di elementi rinvenibili nel record sedimentario e che identificherebbero la base dell’evento antropocenico. Si tratta di strati “artificiali” con costituenti naturali (es. l’asfalto delle strade, le polveri cementate dell’attività industriale, terre di estrazione), terreno modificato antropicamente (es. terre da scavo, discariche di terra abbandonate, terre di riempimento), sedimenti ereditari e depositi geologici naturali contenenti materiale artefatto (es. plastica, metalli ecc…).

Si tratta dell’interazione tra attività umane, fenomeni naturali e ibridi antropico-naturali che, nel loro insieme, stanno modificando il record geologico. I risultati di questo studio dunque descrivono non tanto l’insorgenza improvvisa e definibile di un livello geologico preciso a segnare il passaggio in una nuova epoca geologica, quanto più un volume esteso, diacronico, complesso, multi-scalare e eterogeneo che definirebbe più correttamente lo svolgersi di un evento tutt’ora in corso, come se assistessimo alla scrittura di un libro senza essere ancora arrivati alla fine. Questa volta la storia la scriviamo noi.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…