
Lo avevano promesso e lo hanno fatto. In Veneto i consorzi di bonifica, ovvero gli enti pubblici che garantiscono l'uso, la tutela e il risparmio delle acque a scopo agricolo e la regimazione e sicurezza idraulica del territorio sono riusciti a portare a termine la prima grande opera realizzata con i fondi del PNRR: il rifacimento di una tratta del canale Lessinio Euganeo Berico.
Si tratta del principale canale irriguo del Veneto. Con i suoi 44 km di lunghezza circa, il L.E.B. serve un comprensorio di 350.000 ettari, dei quali più di 140.000 rappresentano la superficie totale irrigabile e circa 100.000 rappresentano la superficie attualmente irrigata. Situato nei pressi di Belfiore, a Verona, questo canale è fondamentale per il sostentamento e l'attività di chi lavora nelle campagne in questo vasto territorio del Veneto.
La prima fase dell'intervento della tratta del Canale LEB, che si è conclusa l'8 marzo, ha interessato 4km a cielo aperto. Ora è il turno del secondo tratto dei lavori, che questa volta riguardano un'area di 16 km. Il termine fissato per i lavori è il 2025.
Quest'opera è stata finanziata dal PNRR con 53 milioni di euro. Fondi messi a disposizione che fanno parte della Missione 2 del PNRR ("Rivoluzione verde e transizione ecologica"), nella Componente 4 ("Tutela del territorio e della risorsa idrica"). Lo scopo è quello di ridurre gli sprechi e le perdite, interagendo sulle infrastrutture idriche. L'opera infatti, secondo quanto riporta il Ministero delle infrastrutture, "ermetterà di recuperare oltre 150 milioni di metri cubi di acqua, con effetti di salvaguardia dell'ambiente, tutela delle risorse idriche e un determinante sostegno alla produzione agricola".
Conclusa la prima tratta del Canale LEB (Lessinio-Euganeo-Berico), che ha interessato 4 km a cielo aperto, sono iniziati anche i lavori del secondo tratto, per ulteriori 16 km, che dovrebbero essere ultimati nel 2025. Quest’opera permetterà di recuperare oltre 150 milioni di metri cubi di acqua, con effetti di salvaguardia dell'ambiente, tutela delle risorse idriche e un determinante sostegno alla produzione agricola.
Nell'area della regione infatti, grazie a quest'opera, si coltivano ogni giorno mais, cereali e produzioni made in Italy molto pregiate, come la mela dell'Adige, i vigneti, le colture di asparago, radicchio e patate. In tutto, grazie a quest'opera, riescono a lavorare circa 18mila addetti del settore. Si tratta quindi di un'arteria importante, che si snoda tra le province di Verona, Vicenza, Padova ed è alimentata dal fiume Adige.
Ma intervenire su opere del genere non è abbastanza, se nel frattempo non vengono pianificati interventi di raccolta dell'acqua attraverso gli invasi.
"Come sempre, il primo intervento necessario è ottimizzare l'esistente. Così, in attesa delle scelte della Cabina di Regia appena insediata dal Governo per nuove opere infrastrutturali indispensabili a contrastare l'emergenza idrica, i Consorzi di bonifica stanno costantemente operando sull'efficientamento della rete idraulica, a partire dalle autostrade dell'acqua, cioè le grandi aste irrigue, indispensabili al made in Italy agroalimentare", ha detto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Credit foto: ANBI