Smog in Italia, ritorno al passato: i livelli di inquinamento atmosferico sono gli stessi del periodo pre-Covid

Nel corso del 2020 a Milano le concentrazioni di inquinanti sono addirittura aumentate rispetto all’anno precedente. È questa la sconfortante fotografia scattata dal Rapporto Mobilitaria 2021, realizzato da Kyoto Club e Cnr-Iia. Aumentano le piste ciclabili in città, ma pesa la crisi del trasporto pubblico locale.
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Federico Turrisi 30 Aprile 2021

Che cosa abbiamo imparato dalla pandemia? "Un bel niente", verrebbe da rispondere, visto che non siamo stati in grado di affrontare come si deve il problema dello smog nelle città italiane. Siamo tornati a quello che viene definito "business as usual", e banalmente siamo tornati a inquinare come prima, se non più di prima. Se volessimo essere tranchant, potremmo riassumere così il quadro tratteggiato dal rapporto Mobilitaria 2021, presentato ieri in streaming dall'associazione ambientalista Kyoto Club e dall'Istituto sull'inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia).

Con il lockdown della primavera dello scorso anno, la mobilità si era ridotta drasticamente e si era assistito a un miglioramento generalizzato della qualità dell'aria. Ma con l'allentamento delle misure restrittive i livelli relativi alle concentrazioni di inquinanti sono tornati a salire fino a riallinearsi ai valori del 2019, e anche a superarli. Come nel caso di Milano, l'unica città italiana a far registrare nel 2020 un rialzo del biossido di azoto (NO2), inquinante legato soprattutto al traffico veicolare, rispetto all'anno precedente.

Per quanto riguarda la concentrazione media annua del PM10, se in tutte le città analizzate i valori nel 2020 risultano essere al di sotto dei limiti, alcuni centri urbani continuano a superare più di 35 volte nell’arco di un anno il limite giornaliero (fissato a 50 microgrammi per metro cubo). La maglia nera va a Torino con 98 sforamenti, a cui seguono Milano con 90 e Venezia con 88.

Il rapporto segnala, inoltre, che le città di medie e grandi dimensioni si stanno impegnando per implementare politiche "green" e di mobilità sostenibile: basti vedere all'aumento dei chilometri di piste ciclabili (nel 2020 a Milano + 67 km, a Roma + 33) e al boom della micromobilità (biciclette ma anche e soprattutto monopattini elettrici). Tuttavia, la crisi del trasporto pubblico locale e la sospensione delle Ztl rischiano di vanificare questi sforzi.

"Questa fase di sospensione della normalità può essere impiegata per la pianificazione di una mobilità davvero sostenibile che prenda vita anche grazie alle ingenti risorse destinate al futuro del Paese", afferma Francesco Petracchini, direttore del Cnr-Iia. "Nonostante le azioni intraprese per migliorare la qualità dell’aria in tutto il territorio dell’Unione Europea, gli standard di qualità fissati dalla normativa vigente sono ancora superati in vaste aree del territorio italiano. Occorre accelerare sulle misure e prepararci alla revisione della normativa verso nuovi limiti e inquinanti, agire per l’adozione della strategia nazionale sull’inquinamento atmosferico e potenziare gli studi scientifici per la comprensione delle cause e dell’effetto dell’inquinamento atmosferico sul nostro territorio".