Sono stati stanziati 250 milioni di euro per la bonifica della discarica di Malagrotta: provengono da fondi europei

Lo ha annunciato il presidente della commissione Ecomafie Stefano Vignaroli, che ha sottolineato come “non possiamo permetterci di sprecare” questi soldi. Gli interventi principali saranno quelli di raccolta e trattamento del percolato che deriva dalla degradazione dei rifiuti e di capping, cioè di copertura superficiale del sito.
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Giulia Dallagiovanna 27 Gennaio 2022

La bonifica della discarica di Malagrotta, a Roma, potrebbe partire entro quest'anno. Sono infatti stati stanziati 250 milioni di euro, prelevati direttamente dal Fondo sociale europeo su richiesta di Regione Lazio, proprio allo scopo di mettere in sicurezza il sito ed evitare pesanti sanzioni dalla Corte di giustizia europea, alla quale l'Italia è stata denunciata già nel 2013. I principali interventi da attuare sono il cosiddetto "capping" e la raccolta e gestione del percolato, il liquido prodotto dalla decomposizione dei rifiuti.

Forse ti ricorderai che la discarica di cui parliamo era una delle più grandi d'Europa, nonché il principale punto di stoccaggio dei rifiuti solidi prodotti dalla Città metropolitana di Roma. Nelle circa 5mila tonnellate che ogni giorni venivano scaricate nel sito, potevano essere presenti anche rifiuti speciali provenienti dai vicini aeroporti di Ciampino e Fiumicino. Proprio nel 2013 l'allora sindaco di Roma, Ignazio Marino, e il presidente di Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ne decisero la chiusura definitiva in seguito alla denuncia della Commissione europea per l'ambiente per il mancato trattamento meccanico-biologico dei rifiuti, finalizzato a ridurne il volume e a facilitarne un eventuale recupero in ottica di economia circolare.

A quel punto, trattandosi di un sito privato, la società E.Giovi srl di proprietà di Manlio Cerroni avrebbe dovuto dare il via a interventi di bonifica e messa in sicurezza. Interventi che, a causa delle difficoltà economiche della società, non sono mai partiti. Si arriva così a oggi, con l'intromissione di Stato e Regione per cercare di mettere una pezza ad anni di empasse. Alla fine dei lavori, però, dovranno comunque rivalersi sul proprietario di Malagrotta e reclamare i soldi prestati. "Non possiamo permetterci di sprecare questi importanti fondi europei perché paradossalmente dovremmo fronteggiare una procedura d'infrazione europea, cioè soldi dei cittadini, che devono essere usati per pagare una multa molto più alta dei 250 milioni di euro stanziati" ha spiegato Stefano Vignaroli, presidente della commissione Ecomafie, che ha reso noto l'arrivo del finanziamento.

Nel concreto, le opere necessarie sono: la costruzione di pozzi per estrarre il percolato, la realizzazione di depositi temporanei e poi di una rete di raccolta e trattamento di questo liquido altamente inquinante. Infine, la discarica dovrà essere messa in sicurezza e chiusa – o "tombata", come potresti aver sentito dire – attraverso a una copertura superficiale. A capo dei lavori un Commissario unico, Giuseppe Vadalà, generale di brigata dei carabinieri forestali, che guiderà una task force nominata ad hoc.

Già entro il 31 dicembre 2022 potremo avere una prima di come stia procedendo la nuova strategia. Per quella data infatti la E.Giovi dovrà avere già un progetto pronto e approvato e dovrà essere stata individuata tramite gara l'azienda che si occuperà di realizzare gli interventi. Il termine per il completamento dei lavori è fisssato per il 2024, con collaudo e rendicontazione entro la fine del 2025.