Sostenibilità ambientale: come si sta comportando l’Italia?

La Commissione Europea ha pubblicato i dati relativi alle azioni che il nostro Paese sta portando avanti per fronteggiare i cambiamenti climatici, per migliorare la transizione green e l’efficienza energetica. Tra luci (smaltimento dei rifiuti urbani e riduzioni di gas serra) e ombre (il nostro parco veicoli è tra i più vecchi d’Europa), il rapporto dà il quadro del presente e ci mostra la strada per raggiungere un futuro sempre più sostenibile.
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Kevin Ben Alì Zinati 2 Marzo 2020

Cambiamento climatico, gas serra e combustibili fossili, economia circolare e trasporti green. Tutti temi che avrai sentito nominare nei vari tg o sui titoli di giornali. Riuscire a vivere e a progredire senza distruggere l’ambiente che gentilmente ci ospita è la sfida che oggi più che mai l’uomo sta cercando di combattere e di vincere.

Ogni paese del mondo ha messo in campo azioni per diventare più sostenibile e forse ti sarai domandato come si sta comportando l’Italia. Lo racconta la Commissione Europea che, facendo il punto sullo stato dell’European Green New Deal, ha analizzato anche come sta lavorando il nostro paese nel campo della sostenibilità ambientale. Mettendo in mostra le cose che stiamo facendo bene e quelle che, invece, dobbiamo migliorare.

In generale

Il lavoro dell’Italia nella sostenibilità ambientale, secondo la Commissione Europea, sta dando risultati positivi ed efficaci, anche se non sono da sottovalutare i limiti e le migliorie ancora necessarie.

Lati positivi

Tra il 2005 e il 2018 sono state ridotte del 18% le emissioni di gas serra in settori non coperti dal sistema di scambio delle quote di emissione dell’Unione Europea (ETS) e il totale delle emissioni di gas a effetto serra pro capite è inferiore alla media tra gli altri stati membri.

L’Ue ha dato luce verde anche sul lavoro messo in campo per la green economy con iniziative come “Transizione 4.0” e “Industria sostenibile” che possono favorire gli investimenti verdi delle aziende.

Le imprese stanno diventando più “verdi”. Il 56% delle imprese manifatturiere nel 2017 ha adottato misure di tutela ambientale e tra il 2015 e il 2016 gli investimenti delle PMI nella tutela ambientale sono aumentati del 2,3%.

Le ecoindustrie nel 2017 rappresentavano il 2,3 % del PIL. Le più produttive sono nel settore energetico (60%), sin quello dei rifiuti (20%) e in quello dell’acqua (8%).

La superficie dei campi coltivati con agricoltura biologica dal 2013 al 2018 è passata dal 10,6% al 15,2% .

I posti di lavoro verdi sono in aumento: il numero di persone impiegate nel settore dei beni e dei servizi ambientali è cresciuto fino a quota 386mila nel 2016.

Lati negativi

L'Italia è il quarto maggiore produttore di gas serra dell’Unione Europea e il suo settore energetico è il principale responsabile al totale delle emissioni di gas serra con una quota del 56 % nel 2017. Le principali fonti di emissioni di gas a effetto serra in Italia sono le centrali a carbone e la produzione di ferro e acciaio di Taranto (Ilva) e nella provincia di Carbonia-Iglesia in Sardegna.

Del 56% di aziende manifatturiere con misure ambientali di cui ti ho detto sopra, solo il 15,7% programmava di internalizzare i costi ambientali e solo il 13,4% di continuare a investire nell'economia circolare.

Nel 2017 la percentuale di PMI che offrivano prodotti e servizi verdi era inferiore alla media UE: 16% contro il 25%.

Efficienza energetica

Secondo il rapporto della Commissione Europea l’Italia nel 2018 ha raggiunto al 100% l’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra del 12% nei settori non coperti dall’ETS. E poi, entro la fine di quest’anno, supereremo anche il 13%.

Tuttavia, negli ultimi tempi i progressi sono rallentati, in particolare per quanto riguarda l’obiettivo per il 2020 in materia di energie rinnovabili, a causa della situazione economica e della riduzione generale dei regimi di sostegno.

Nel 2018, con il 12%, l'Italia ha raggiunto al 100% l’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra

Per quanto riguarda gli obiettivi fissati da qui al 2030, le attuali politiche porteranno a una riduzione delle emissioni di gas serra solo del 27% quando l’obiettivo era stato invece fissato al 33%. Per questo, secondo l’Ue, l’Italia dovrà mettere in campo sforzi ulteriori.

In questo senso, secondo l’Ue, il settore dell’edilizia ha un ruolo cruciale: la percentuale di PMI che nel 2017 ha adottato misure di efficienza energetica, infatti, è stata più alta che in tutta l’Europa (91% contro 89%) ma il settore residenziale resta responsabile di oltre un terzo del consumo totale di energia.

Trasporti

Nel lavoro che l’Italia sta facendo nell’ambito della sosteniblità ambientale, il lato dei trasporti è un po’ il punto debole.

Nel 2017 i trasporti, con l’80% dei viaggi fatti con auto private, sono stati responsabili del 23% delle emissioni negative totali italiane.

Il parco veicoli italiano è uno dei più vecchi di tutta l'Europa occidentale e nel 2018 i veicoli più inquinanti (EURO 0 e EURO 3) erano ancora il 45% del totale e il 59% dei trasporti pubblici. Degli autobus meno inquinanti il 73 % è in servizio nel Centro-Nord.

Il trasporto ferroviario di merci può contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti ma la sua quota (12,8 %) è inferiore alla media europea che tiene il 16,5%. Secondo i dati la TV (Torino-Lione) può aumentare il volume del trasporto ferroviario di merci ma tutto dipenderà dai tempi.

E infatti ci sono tre procedimenti di infrazione avviati nei confronti dell'Italia per inquinamento atmosferico.

Nel 2017 i trasporti sono stati responsabili del 23% delle emissioni negative totali italiane.

Devi sapere però che l’Italia ha in cantiere piani urbani di mobilità sostenibile: 35 (a Bologna e Genova) sono stati approvati alla fine del 2019, altri 35 sono stati ultimati ma non ancora approvati e 88 sono in preparazione. Alcuni di questi devono essere approvati in questo mese di ottobre: la luce verde potrebbe contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico.

Economia circolare

Nel 2016 l'Italia è stata tra i paesi dell'Unione che hanno registrato i migliori risultati nell'economia circolare.

Il tasso di riciclaggio di rifiuti urbani in Italia è superiore alla media dell’Unione Europa UE (49,8% contro 47% nel 2018) anche se ci sono delle distinzioni in base alle Regioni: ci sono infatti due procedimenti di infrazione contro l'Italia per discariche non conformi e la gestione inadeguata dei rifiuti in Campania.

Per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue e l'efficienza della distribuzione idrica i risultati non sono soddisfacenti: tra il 2010 e il 2015 la concentrazione media di nitrati nelle acque sotterranee è aumentata, seppur sotto della media UE mentre solo l’87% dell’acqua ad uso potabile è stato immesso nelle reti comunali e solo il 52% è arrivato agli utenti.

Adattamento al cambiamento climatico

Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente l'Italia è il secondo paese dell'Unione Europea più colpito da catastrofi idrogeologiche, fenomeni meteorologici estremi, siccità e incendi boschivi. Per questo l'Ue sparano il nostro Paese a mettere a punto e adottare piani nazionali di adattamento al climate change in tempi rapidi.

Fonti | Commissione Europea