
Le coste italiane tornano a tingersi di blu con l'arrivo delle Velella velella. Dalla Liguria alla Sardegna, dalla Campania alla Sicilia, migliaia di questi organismi galleggianti si arenano lungo le spiagge, attirando la curiosità dei bagnanti. Ma di cosa si tratta esattamente e perché compaiono proprio in questo periodo?
Le Velella velella, spesso scambiate per meduse, sono in realtà colonie galleggianti di polipi appartenenti al gruppo degli idrozoi. Ogni colonia è formata da piccoli individui uniti tra loro, simili per struttura ai coralli. Questi organismi si spostano sospinti dalle correnti marine e, in primavera, approdano sulle spiagge italiane in veri e propri bloom, ovvero esplosioni stagionali di popolazione.
Secondo gli esperti, tra cui il biologo Ferdinando Boero, le Velella risalgono ogni anno dalle profondità marine in primavera, per poi ritornare negli abissi in estate come meduse. Questo ciclo naturale si ripete puntualmente, anche se spesso ci si dimentica della loro presenza fino al successivo avvistamento.
Le colonie possono estendersi per decine di metri sulla superficie marina e, spinte dalle correnti, finiscono arenate lungo i litorali. Il fenomeno è del tutto naturale e non rappresenta un pericolo per l’uomo.
No, le Velella velella sono innocue per l’uomo. L’unico fastidio che possono causare è legato al cattivo odore prodotto dalla loro decomposizione se lasciate a lungo sulle spiagge. Non provocano irritazioni né punture.
In Liguria, l’ARPAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) monitora regolarmente la presenza delle Velella insieme ad altre specie di plancton gelatinoso. Le rilevazioni avvengono ogni due mesi su transetti marini compresi tra 3 e 12 miglia nautiche dalla costa, nei pressi di Vado Ligure, Genova Voltri, Portofino e Punta Mesco.
I dati raccolti vengono trasmessi al Ministero dell’Ambiente e servono a comprendere meglio l’evoluzione della biodiversità marina e l’impatto dei cambiamenti climatici.
Il fenomeno potrebbe essere legato anche alla pesca intensiva. La riduzione dei pesci, che competono per le stesse risorse alimentari del plancton gelatinoso, favorisce infatti la proliferazione di organismi come le Velella. Inoltre, il cambiamento climatico contribuisce a prolungare la stagione riproduttiva di molte specie marine.