
La pesca continua a mostrare nuovi animali che muoiono a causa delle reti. Ti sto raccontando la storia di uno squalo Mako, inserito nella red list dell'Iucn internazionale come specie "in via di estinzione". L'esemplare di 4 metri di lunghezza è stato trovato nella rete da pesca che, di solito, viene utilizzata per pescare i tonni.
Purtroppo non si tratta dell'unico episodio visto che tanti animali muoiono per la loro cattura definita"accidentale". Le immagini mostrano l'animale dopo l'arrivo dell'imbarcazione nel porto di Catania con alcune persone che, addirittura, si fanno un selfie per immortalare l'evento. Non si sa con certezza cosa sia realmente accaduto, ma voler a tutti i costi un'immagine per "consacrare" il momento non è un bel messaggio, anzi.
Centinaia di specie sono fortemente a rischio e questo lo si può vedere dal dossier "Biodiversità a rischio" pubblicato da Legambiente. Tanti animali marini sono purtroppo vittime delle attività di pesca a strascico e tra questi molti sono i delfini che successivamente giungono senza vita sulle spiagge di tutta l'Italia. Il documento parla di circa 200 delfini trovati lungo le coste del nostro Paese, ormai morti.
Sulla questione si è espresso anche il presidente dell'Oipa, Massimo Comparotto, offrendo qualche dato sulla specie e parlando anche degli animali marini. "Lo squalo mako, come altre specie marine a rischio, è in declino proprio a causa della pesca, oltre che per la distruzione degli habitat e dell’inquinamento. In un contesto dove la biodiversità è gravemente minacciata e sono considerate in pericolo 49 specie, tra cui il delfino comune, il capodoglio, la tartaruga Caretta caretta, anche loro spesso vittime delle reti da pesca, riteniamo che sia urgente ripensare le politiche della pesca. E questo anche considerando che le reti fantasma, quelle abbandonate nei mari, sono spesso i killer invisibili di tartarughe, grandi pesci e cetacei".