Stefano Boeri a Ohga: il nostro scopo è realizzare boschi verticali accessibili a tutti

Un nuovo polo green ed ecosostenibile sorgerà nella città di Utrecht, nei Paesi Bassi, a cura dell’architetto e autore del Bosco Verticale milanese Stefano Boeri.
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Francesco Castagna 30 Maggio 2023
Intervista a Stefano Boeri

Utrecht si fa ancora più verde e il merito è italiano. La città dei Paesi Bassi avrà il suo Bosco Verticale, proprio come a Milano. Si chiama Wonderwoods Vertical Forest dello Studio Stefano Boeri Architetti e i primi 300 alberi sono già stati posizionati sulla torre.

Non si tratta soltanto di un semplice Bosco Verticale, a differenza di quello di Milano,  ma di un Bosco-città, pensato per permettere ai cittadini di usufruire di tutta una serie di servizi primari in un ambiente che contribuisce continuamente ad assorbire la CO2 della città.

I lavori sono iniziati nel 2017 e il progetto prevede un edificio alto 105 metri, capace di ospitare circa 200 appartamenti di varie tipologie. Le piante saranno circa 10mila di 30 specie diverse per realizzare quello che sarà "un vero e proprio ecosistema urbano, in grado di produrre circa 41 tonnellate di ossigeno ogni anno", secondo lo studio Boeri Architetti.

Al suo interno, è previsto il Vertical Forest Hub, ovvero un vero e proprio centro di documentazione e ricerca sulla forestazione urbana nel mondo. E poi zone ufficio, ambienti per il fitness e lo yoga, parcheggi per le biciclette e spazi pubblici e ricreativi, per quello che si propone il nuovo polo del benessere della città.

Abbiamo contattato lo studio Boeri per raccontare insieme al Professor Stefano Boeri questa rivoluzione urbana sostenibile.

Professor Boeri, come è nata l'idea di realizzare Wonderwoods?

Tutto parte dall'evoluzione del Bosco Verticale, un prototipo nato a Milano più di dieci anni fa. Il successo del complesso di due palazzi residenziali a torre ha portato alla realizzazione di una serie di versioni in parti diverse del mondo, dall'Europa fino alla Cina.

Ogni volta cerchiamo di sperimentare una forma più avanzata, in questo caso la grande novità è che si tratta di un edificio che ha una complessità di funzioni al suo interno: commercio, residenze di diverso tipo, uffici, spazi ricettivi.

È come se fosse una piccola città, mantenendo allo stesso tempo le caratteristiche del Bosco Verticale, parliamo quindi di una presenza importante di piante e alberi sulle facciate.

Come e dove si svilupperà?

È un edificio del tutto nuovo nel centro di Utrecht, situato di fronte al polo della stazione. È un luogo molto importante che diverrà il nuovo centro della città. È un edificio che ospita funzioni e attività diverse, rivolte anche a una categoria di utenti molto varia.

Ci saranno sia delle abitazioni di pregio che delle case a prezzi molto accessibili. In questo senso è un edificio-città accessibile a diverse tipologie di utenti.

Professor Boeri, secondo lei questo tipo di architettura troverà sempre più spazio oppure c'è ancora resistenza da parte degli architetti e del pubblico?

Io ritengo che ci sia una certa tendenza a inserire grandi superfici vegetali nell'architettura. Noi la stiamo registrando in tutto il mondo e per evitare un ulteriore consumo del suolo si stanno cominciando a sviluppare edifici in altezza.

Il nostro scopo -su cui stiamo lavorando- è realizzare dei boschi verticali accessibili a tutti, costruiti con una grande attenzione ai materiali, per esempio usando il più possibile la prefabbricazione e il legno, edifici che siano autosufficienti sul piano energetico, che abbiano un ciclo di manutenzione dell'acqua molto attento.

Per evitare un ulteriore consumo del suolo si stanno cominciando a sviluppare edifici in altezza

Tutti i nostri progetti in Europa, in Cina, nel Golfo, in Sudamerica, cercano di migliorare ogni volta le prestazioni dei boschi verticali, rendendolo sempre di più un prototipo utile, sostenibile e disponibile per tutti.

A circa dieci anni dalla realizzazione del Bosco Verticale, cosa ne pensa del progetto del suo studio? Ci saranno delle ulteriori modifiche?

Il Bosco Verticale vive di una vita quasi perfetta, non abbiamo mai avuto grandi problemi. Oggi è un'architettura di successo perché le condizioni delle piante sono ottime, gli umani stanno molto bene, i volatili anche.

Per questo motivo si può dire che il progetto svolge a pieno il suo ruolo di ecosistema complesso.

Come è possibile portare questi modelli nelle periferie delle città, non solo con la costruzione, ma anche tramite la riqualificazione degli edifici?

Per quel che riguarda la costruzione, stiamo lavorando anche nelle periferie. L'esempio più forte è quello di Eindhoven, proprio nella zona dove c'erano le industrie Philips abbiamo realizzato nel 2021 un bosco verticale in social housing: tutti gli appartamenti sono in affitto per gli studenti e questa è una delle cose più belle che siamo riusciti a fare.

Se parliamo invece di interventi sugli edifici esistenti, stiamo facendo diversi esperimenti. Forse i più noti sono a Bruxelles, dove stiamo trasformando quelli che erano tre palazzi/uffici in residenze bosco-verticali, mentre in Italia a Prato stiamo lavorando su un sistema di edilizia popolare sempre intervenendo su edifici pensati originariamente come uffici.