microplastiche scrub

Stop ai glitter e agli scrub: la guerra dell’Unione Europea alle microplastiche nei cosmetici

Micrograni, microsfere e glitter dei cosmetici sono il primo bersaglio della Commissione Europea nella lotta contro l’inquinamento da microplastiche, presenti oggi nella maggior parte degli esseri viventi e degli specchi e corsi d’acqua.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Evelyn Novello 29 Settembre 2023

L'Europa dice basta ai piccoli pezzi di plastica che possiamo trovare nei prodotti per la casa e nei cosmetici, dai brillantini ai granuli degli scrub. La decisione è, più precisamente, della Commissione Europea che, con il Regolamento Reach, vuole ridurre l'inquinamento del 30% entro il 2030 e inizia col colpire le particelle di polimeri sintetici inferiori a 5 millimetri "aggiunte intenzionalmente" insolubili e resistenti alla degradazione, quindi, quelle microplastiche vendute proprio in quanto tali e che quindi potrebbero essere evitate con più facilità. La misura, secondo, l'UE, impedirà il rilascio nell'ambiente di mezzo milione di tonnellate di particelle che hanno invaso non solo i corsi d'acqua ma anche, letteralmente, il nostro corpo e i nostri organi.

Il divieto scatterà tra un paio di settimane e riguarderà, tra i cosmetici, tutti quelli che contengono glitter sfusi e microsfere, da quelli per l’esfoliazione (micrograni) a quelli per l’ottenimento di una specifica consistenza, fragranza o colore. Diversa la tempistica dell'entrata in vigore per gli altri prodotti per cui non sono ancora state sviluppate alternative come il materiale granulare per le superfici sportive artificiali, i rivestimenti dei campi di calcetto o parchi-giochi dei bambini, i detergenti, ammorbidenti per tessuti, fertilizzanti e prodotti fitosanitari, giocattoli, medicinali e dispositivi medici.

Sono esentati da questo divieto i prodotti in cui le microplastiche non sono state aggiunte appositamente ma sono presenti involontariamente e quelli che non rilasciano microplastiche durante il loro impiego, come i materiali da costruzione, anche se i fabbricanti dovranno fornire istruzioni sull'uso e sullo smaltimento del prodotto.

I danni causati dalle microplastiche colpiscono ambiente ma anche esseri viventi. Come ti avevamo già spiegato a proposito dei danni agli organi umani, come il cervello, una volta disperse nell'ambiente, queste sostanze non possono essere rimosse. Si accumulano negli animali, compresi pesci e crostacei che poi potremmo mangiare, nei laghi e nei fiumi e rappresentano un terzo di tutta la plastica presente in mare. Secondo un report del WWF, ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229mila tonnellate di plastiche, con una quota del 15% dovuta all’Italia. Questa decisione dell'UE si inserisce, quindi, nella macro guerra contro la plastica che ogni Stato del mondo dovrebbe combattere.