Strage di Cuori Liberi, La Sfattoria degli Ultimi: “È stata un’inciviltà, ora tutti i santuari agiranno per vie legali”

La mattanza è avvenuta due giorni fa a Zinasco e la vicenda di Cuori Liberi sta facendo non solo il giro d’Italia ma anche del mondo. I santuari stanno ora pensando a come intervenire su una legislazione che al momento è incompleta e scorretta. Tra i capolista c’è la Sfattoria degli Ultimi che l’anno scorso ha rischiato di vivere la stessa sorte.
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Evelyn Novello 22 Settembre 2023

Un'inciviltà, delle scene non degne di un paese democratico. La Sfattoria degli Ultimi commenta così la strage di due giorni fa avvenuta a Cuori Liberi in cui gli ultimi maiali rimasti in vita sono stati uccisi dai veterinari dell'Ats di Pavia con un dispiegamento di forze completamente sproporzionato rispetto alla situazione, in tenuta antisommossa e con decine di camionette della polizia. Tra manganellate e urla, degli animali d'affezione sono stati brutalmente assassinati e gettati con le ruspe nei cassonetti dei rifiuti speciali. Come fossero oggetti. Scarti. Come non sono stati trattati da animali d'affezione all'inizio della loro vita, sopravvissuti ad allevamenti lager e alla possibile macellazione, allo stesso modo sono morti, come carne non più utilizzabile per la filiera alimentare perché probabilmente contagiata dalla peste suina. Malattia che ha fatto strage negli allevamenti della zona e generatasi dalle pessime condizioni in cui i maiali sono costretti a vivere per diventare prosciutti. E così, ecco che si è creato questo inquietante precedente, in cui animali iscritti all'anagrafe come non DPA (non destinati alla produzione alimentare) sono stati trattati come carne da macello. Invece, proprio come cani e gatti, avevano un'identità, dei nomi e una storia. Erano Crosta 1 anno, Freedom 5 anni, Crusca 2 anni, Pumba 5 anni, Dorothy 16 anni, Mercoledì 3 anni, Bartolomeo 6 anni, Ursula 6 anni, Carolina 6 anni, Spino 3 anni.

Abbiamo sentito a questo proposito la testimonianza di una realtà che l'anno scorso ha vissuto un'esperienza simile, ma in quel caso terminata con un lieto fine: La Sfattoria degli Ultimi.

Paola, l'anno scorso al tuo rifugio stava per accadere la stessa cosa. Ora come hai vissuto la vicenda di Cuori Liberi?

Avendo noi oltre 200 animali da accudire non siamo andati, non potevamo fisicamente, però abbiamo mobilitato altre persone per andare a Cuori Liberi a fare resistenza. Non è valso a nulla. Abbiamo visto dai video scene raccapriccianti di un Paese che non può dirsi civile. Si sono scagliati contro poveri animali indifesi senza nemmeno aspettare né il decorso della malattia né la sentenza definitiva del Tar che avrebbe dovuto esserci il 5 ottobre. E stiamo parlando di un luogo che, in quanto santuario, avrebbe dovuto essere inviolabile. Per il decreto legislativo 134 del 2022, questi sono luoghi riconosciuti a livello europeo non più come sottocategoria degli allevamenti ma come strutture rifugio per animali salvati o sottratti dalla crudeltà. Hanno sconsacrato un luogo sacro e noi non ci sentiamo più al sicuro. Nessun santuario d'Italia si sente più al sicuro.

Come giudichi le scene dell'irruzione della Polizia?

La violenza è stata inaudita. Come si vede dai video, i maiali sono stati gettati nei cassonetti dei rifiuti speciali come oggetti. Quelli erano esseri con dei sentimenti e nei loro corpi c'erano anche i nostri. Erano i corpi di tutti noi, volontari che dedichiamo tutta la vita a fare del bene. Le notti passate in bianco ad accudirli, le mattine a dar loro la colazione e la razione quotidiana di coccole, i soldi spesi di tasca nostra senza avere mai un ritorno economico. Perché il nostro ritorno è solo sentimentale, nel vederli essere felici, scodinzolare in un luogo sicuro. Corriamo sempre dagli animali che troviamo in difficoltà, quando li ritroviamo devastati dalle piaghe, con la rogna, maltrattati, col grugno spaccato. Anche queste sono le nostre giornate e siamo fieri di passarle così. E guarda la polizia invece. Da un video si vede un poliziotto che sferra un pugno in faccia a un ragazzo inerme, violenze verbali alle ragazze attiviste appellandole con insulti sessisti. Ma è una democrazia o siamo in dittatura?

L'Ats cosa avrebbe potuto fare?

Cogliere l'opportunità di vedere il decorso dell'esito della malattia. Studiare gli animali sopravvissuti per capire se si fossero immunizzati e come. Si poteva studiare il virus per adottare misure utili in futuro. Tuttora non sappiamo se i maiali uccisi fossero davvero contagiati o meno. Non so se è stato chiesto ma non credo visto che i cadaveri sono stati gettati immediatamente. I ragazzi di Cuori Liberi, nell'eventualità in cui l'uccisione sarebbe stata davvero necessaria, si erano anche proposti di assistere i loro maiali nel momento dell'eutanasia, a loro spese e con i loro veterinari, per accompagnarli alla morte con una carezza, tenendo loro la zampa. Nemmeno questo ha accettato l'Ats.

Ma com'è possibile si sia verificata un'epidemia di questa portata di peste suina? Qualcuno ha colpe?

Qualcuno è stato disattento, le misure di sicurezza non sono state rispettate del tutto. A poca distanza c'è un allevamento focolaio che per giorni ha visto morire decine di maiali. Il proprietario per non perderci soldi non ha denunciato, ha preferito vendere tutti gli animali che aveva anche se infetti, anche se avrebbe comunque potuto avere un risarcimento per le perdite perché era un allevamento a scopo alimentare. Da un focolaio ci vuole poco perchè la malattia si diffonda, basta non cambiare i calzari o i guanti. E i veterinari dell'Ats che, quando hanno scoperto di questo allevamento sono andati spesso a controllare anche Cuori Liberi, hanno rispettato le rigide misure anticontagio? Secondo me sono diventati loro gli untori perché chiunque entri in un focolaio di peste per legge deve fare almeno 3 giorni di quarantena. Non credo l'Ats abbia così tanti veterinari da tenerli chiusi in casa 3 giorni dopo ogni visita.

Cosa farete adesso?

Nessuno di noi adesso è al sicuro, siamo tutti preoccupati e agiremo di conseguenza. Vogliamo scrivere con le autorità competenti un manuale che sia cucito su misura tenendo conto della tipologia giuridica di quello che è un santuario e lo faremo con i nostri legali. Chiameremo a raccolta chiunque si voglia includere e cercheremo anche appoggi internazionali perché se la legge deve essere per tutti uguale lo dovrà essere per tutti i santuari europei. Ci deve essere un profilo sanitario comune per tutte le strutture, ora c'è ma è incompleto perché paragona i maiali d'affezione a maiali di allevamento. É come se ora si potessero uccidere cani, gatti, conigli perché contagiati di qualche malattia. A Cuori Liberi è come se avessero ucciso 10 cani. Una prescrizione sanitaria che vale per un allevamento è inquietante che valga anche nei santuari e nelle case private. Cosa faremo se nascerà un'epidemia felina, si agirà allo stesso modo? 

Noi siamo un Paese di persone buone, che basa la sua ricchezza sulla bontà d'animo del volontariato. In questo caso le istituzioni non ci hanno rappresentato, hanno dato un'immagine internazionale incivile. Anche dai santuari europei ci chiedono di intervenire in virtù di questa ingiustizia e agiremo anche per loro. Esamineremo tutti i fatti e con i nostri legali andremo avanti in ogni grado di giudizio e con campagne di sensibilizzazione. Anche moltissimi cittadini ci stanno scrivendo per supportarci e ne siamo davvero grati. Spesso solo quando salviamo un cinghiale per strada le persone ci fermano e ci fanno un applauso. A quei poliziotti chi farà mai un applauso?