
Le barriere coralline sono una delle formazioni naturali più affascinanti e delicate del mondo. Questi ecosistemi marini, composti da colonie di coralli e altre specie marine, sono considerati tra i più bio-diversi del pianeta, ma allo stesso tempo sono anche molto vulnerabili all'inquinamento, alla pesca eccessiva e al cambiamento climatico. Per esempio, certe creme solari sono per loro deleterie e ne provocano lo sbancamento.
Per capire meglio come proteggere queste barriere coralline e preservarne la biodiversità, alcuni scienziati e scienziate inglesi hanno deciso di sfruttare una nuova tecnologia: l'Intelligenza Artificiale. Come? Ascoltando e analizzando il "canto" delle barriere coralline per determinarne lo stato di salute.
L'ExeterMarine è la sezione dell'Università di Exeter che ha analizzato scientificamente la salute delle barriere coralline ascoltandone i suoni e rumori.
Si tratta dell'organismo interno a questa università inglese e che rappresenta la comunità di ricercatori e ricercatrici impegnati nello studio della biodiversità marina. In questo caso, il team di ricerca ha utilizzato l'AI, o Artificial Intelligence, per monitorare il canto delle barriere coralline, in modo da determinarne in futuro lo stato di salute. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista di settore "Ecological Indicators", e i risultati sono stati riassunti e presentati sui canali ufficiali dell'Università di Exeter.
Come accennato, un complesso sistema di Intelligenza Artificiale è stato recentemente utilizzato da alcuni ricercatori e ricercatrici dell'ExeterMarine, che hanno applicato questa tecnologia alla ricerca marina per analizzare in modo più efficiente e preciso le canzoni delle barriere coralline, una serie di suoni prodotti da diverse specie marine, tra cui pesci, molluschi e crostacei, e dal loro passaggio, oltre alle correnti marine e che possono aiutare a comprendere meglio la salute dell'ambiente. Se una barriera corallina produce un determinato suono, quindi, sarà in salute, mentre altri rumori possono suggerire dei problemi.
A spiegare l'importanza di questa ricerca sono gli stessi scienziati e scienziate, attraverso il portavoce Ben Williams, che ha capitanato lo studio. Secondo lui, le tecnologie che si utilizzavano in precedenza erano più limitate, poiché erano prettamente visivee quindi "non sufficienti: molte creature che abitano le barriere coralline si nascondono e mimetizzano, oppure sono attive solamente di notte".
I suoni, al contrario, sono molto più efficaci. Fino a poco tempo fa, tuttavia, "la complessità dei suoni dei coralli impediva di identificare i singoli rumori prodotti. Approcciandoci al problema tramite l'Intelligenza Artificiale siamo invece riusciti a insegnare alla macchina questi suoni. Un computer è in grado di percepire pattern che non sono udibili all'orecchio umano, e di conseguenza ci può dire più in fretta, e con più accuratezza, come stanno i coralli".
Tutto questo è possibile grazie ad algoritmi di apprendimento automatico per riconoscere e classificare le diverse specie marine che producono i suoni, o per individuare eventuali cambiamenti nella composizione delle canzoni nel tempo.
Quest'analisi tramite AI permette dunque agli scienziati di capire meglio come le barriere coralline funzionano e di identificare eventuali problemi per tempo, percependo subito se ci siano meno specie di pesci rispetto al passato (che potrebbe indicare una riduzione della loro popolazione a causa della pesca eccessiva) oppure notando modificazioni significative nei suoni (indicative di un cambiamento nell'ecosistema a causa dell'inquinamento o del cambiamento climatico).
Inoltre, l'IA può anche essere utilizzata per creare modelli di simulazione dell'ecosistema, che possono aiutare gli scienziati a prevedere come le barriere coralline potrebbero evolvere in futuro e a individuare le azioni più efficaci per proteggerle.