
Si parla sempre più spesso di ondate di calore, a volte diffuse in zone vaste della Terra, a volte circoscritte. Alcune volte si parla di fenomeni durevoli, legati ad altri eventi atmosferici, altri invece sono passeggeri ma comunque influenti sul nostro clima. Secondo il Ministero della Salute italiano "Le ondate di calore si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. Queste condizioni climatiche possono rappresentare un rischio per la salute della popolazione". E perché è il Ministero della Salute a segnalare l'importanza dei rischi legati a questo fenomeno e non quello dell'Ambiente? La risposta è semplice: il caldo intenso comporta numerosi rischi per la salute dell'uomo, ma anche per quella degli animali.
Le ondate di calore rientrano tra i fenomeni che causano danni sull'Ambiente, sulla Salute, ma anche sull'Economia. Secondo la Fondazione Openpolis, in Europa anche a causa di questo tipo di eventi estremi l'UE ha registrato 12,14 miliardi di euro di perdite economiche, rilevate da Eea nel 2020 in Europa. Nel 2022 poi, l’Italia è stata protagonista diforti ondate di calore. Il 25 luglio, da quel che emerge consultando i bollettini del ministero della salute, in 19 città su 27 interessate dal monitoraggioil livello di rischio era il più elevato (livello 3).
A causa dei cambiamenti climatici esistono molti rischi legati al clima e agli eventi meteorologici estremi, come: ondate di calore, siccità e forti piogge. Questi fenomeni minacciano l'aumento di problemi sulla salute umana, come la mortalità per eventi meteorologici estremi, le malattie cardiovascolari e respiratorie, o malattie infettive e malnutrizione. L'OMS infatti stima oltre 250.000 decessi annui in più nel mondo a causa del cambiamento climatico per il periodo 2030-2050.
Le ondate di calore sono dei fenomeni estremi che si verificano quando si registrano temperature molto elevate per un periodo duraturo di tempo, che può variare da alcuni giorni fino a mesi. Sono associate a tassi elevati di umidità o assenza di ventilazione, ma anche a un forte irraggiamento solare. Come segnalato nelle FAQ del Ministero della Salute "Un'ondata di calore è definita in relazione alle condizioni climatiche di una specifica città e non è quindi possibile individuare una temperatura-soglia di rischio valida a tutte le latitudini".
Il loro impatto può dipendere anche dal contesto geografico e si avverte maggiormente laddove la popolazione locale è esposta a condizioni meteorologiche molto diverse da quelle abituali.
Se non lo sapevi, l'Italia ha un Sistema nazionale di previsione allarme, attivato ogni estate dal Ministero della Salute, in 27 città italiane. Ogni bollettino "permette la previsione, sorveglianza e prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute della popolazione". I dati vengono inviati ai centri locali e alle Amministrazioni territoriali, che dovranno valutare l'attivazione in caso di necessità di piani di intervento a favore della popolazione più fragile.
Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communication e condotta da un team di ricercatori dell'Università di Bristol, ha mostrato le Regioni del mondo che sono più a rischio a causa delle ondate di calore.
"Qui mostriamo dove è statisticamente probabile che i record regionali di temperatura vengano superati e quindi le comunità potrebbero essere più a rischio", scrivono i ricercatori, invitando i governi di tutto il mondo a prendere soluzioni adatte a evitare un incremento di questi fenomeni ed evidenziando come, in alcuni casi, in alcuni Paesi l'adozione di modelli specifici abbia funzionato. Ne sono un esempio positivo le politiche a seguito dell'ondata di calore in Europa del 2003, che hanno portato a un minor numero di morti e i programmi di risposta umanitaria in Bangladesh, che hanno ridotto la mortalità a causa del ciclone Amphan nel 2020.
In una tabella i ricercatori hanno indicato tre regioni in via di sviluppo, "come definite dall'Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite":
Per compiere questa ricerca gli studiosi hanno utilizzato dati di rianalisi e simulazioni di modelli climatici storici disponibili dal 1959 in poi. I set di dati di rianalisi, spiegano i ricercatori, "forniscono dati climatici grigliati e completi dal punto di vista spaziale, combinando registrazioni osservative con dati provenienti da modelli di previsione e sistemi di assimilazione dei dati utilizzati per colmare le lacune laddove le osservazioni dirette non sono disponibili".
Il motivo di una sempre maggiore frequenza di questi eventi estremi è legato a un principio della fisica di base: i gas serra emessi dall'uomo nell'atmosfera sono sempre di più, a causa dei combustibili fossili che bruciamo.
La conseguenza è un aumento della temperatura globale che genera ondate di calore sempre più calde e frequenti. Temperature fino ai 40° saranno sempre più frequenti anche per latitudini dove non si erano mai verificate: come l'Inghilterra e l'Europa centro-settentrionale. A dirlo è proprio il Met Office UK, che tra le cause che alterano il clima legate alle attività umana segnala: la deforestazione, l'agricoltura, la produzione di cemento e il bruciare combustibili fossili.
La stretta correlazione che questi eventi climatici hanno con le condizioni socioeconomiche dei Paesi è stata ricordata recentemente anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che insieme ad alcuni esperti dell'IPCC in Svizzera ha presentato l'ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, definendolo "Una guida alla sopravvivenza dell’umanità".
Il rischio è alto: non solo perché l'aumento delle temperature potrebbe accrescere il rischio dei lavoratori di contrarre malattie o l'incidentalità sul posto di lavoro, ma anche perché, nel caso del nostro Paese, la vulnerabilità a temperature estreme aumenterà per via di diversi fattori: per effetto dell’invecchiamento della popolazione, a causa dell’incremento di fasce di popolazione con disagio sociale, per mancanza di occupazione o per reddito inadeguato. L'Italia infatti è tra i Paesi più industrializzati quello con la più alta percentuale di persone over 65. Inoltre, gli studiosi del team di Bristol segnalano che crescita demografica rapida e limitata disponibilità di servizi sanitari ed energetici sono tra i fattori socioeconomici che più potrebbero incidere, e lo faranno maggiormente nei Paesi meno sviluppati.