
Nei giorni in cui la Regina Elisabetta II celebra i 70 anni di regno, in Gran Bretagna gli animalisti festeggiano anche per un'altra importante ragione: una vera e propria decisione storica per il Paese.
Il governo del Regno Unito ha stabilito che sarà vietata l'esportazione e il commercio di oggetti contenenti avorio di elefante. Secondo il Ministero dell'Ambiente britannico, questo provvedimento servirà a ridurre l'attività di bracconaggio, che è causa del declino delle popolazioni di elefanti.
Le pene per chi non osserva questa nuova legge prevedono pene fino a cinque anni di carcere. Secondo il Segretario di Stato britannico per l'Ambiente Zac Goldsmith: "L'entrata in vigore dell'Ivory Act rappresenta un momento fondamentale per garantire la sopravvivenza degli elefanti in tutto il mondo per le generazioni future."
Ma in Italia, o meglio, in Europa come siamo messi? Innanzitutto ti dico che questi animali sono a rischio, a dimostrarlo è uno studio pubblicato su Science che ha osservato come i cuccioli di elefante stiano nascendo con zanne sempre più corte, un cambiamento genetico obbligato da queste minacce. A questo, si aggiunge la situazione della Costa d'Avorio, che è rimasta senza elefanti secondo uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Plos One, e dal 2020, con la pandemia Covid-19, segnala il WWF "si sta assistendo a un aumento del bracconaggio a causa della minore presenza di turisti, minore sorveglianza e la crisi socio-economica in molti Paesi".
Fino a quando l'Unione Europea non aveva ancora legiferato in tema di commercio di prodotti in avorio, l'Italia si aggiudicava la triste medaglia di bronzo a livello mondiale, come terzo Paese su scala globale per esportazione di avorio legale, seguito dal Regno Unito, per l'appunto, e dagli Stati Uniti.
L'Unione Europea, poi, ha adottato due strumenti il 16 dicembre 2021 per inasprire le norme sul commercio di avorio. Il primo è un documento di orientamento in cui vengono disciplinate le le modalità di scambio di avorio, il secondo è un regolamento, che fa riferimento a un regolamento precedente in tema di protezione della biodiversità tramite il controllo del commercio.
In sostanza da quest'anno non sarà più possibile commerciare avorio grezzo, fatta eccezione per la riparazione o il restauro di oggetti contenenti avorio antico, ovvero datato prima del 1947 e per gli strumenti musicali prodotti precedentemente al 1975.