Taylor Swift rinvia il concerto di Rio per il caldo torrido, dopo la morte di una fan: come la crisi climatica sta già stravolgendo le nostre vite

Negli stessi giorni in cui Taylor Swift ha annunciato il rinvio della seconda data brasiliana per il caldo record, dopo la morte di una sua fan durante la data della sera prima, l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha diffuso un nuovo rapporto sulle concentrazioni di gas serra e i dati mostrano un quadro in continuo peggioramento.
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Maria Teresa Gasbarrone 20 Novembre 2023

Non esiste argomentazione che tenga davanti all'evidenza dei fatti. Il cambiamento climatico esiste e ha un impatto sulla vita di tutti noi, non solo nel futuro, ma anche nel presente, già oggi: ne abbiamo avuto la prova – drammatica – in questi ultimi giorni, quando l'icona pop Taylor Swift ha annunciato la decisione di rinviare il suo concerto di sabato 18 novembre 2023 a Rio de Janeiro, in Brasile, per il caldo estremo, dopo la morte di una sua fan durante lo spettacolo della sera precedente.

"Sto scrivendo questo dal mio spogliatoio allo stadio", ha scritto la cantante su Instagram. "È stata presa la decisione di posticipare lo spettacolo di stasera a causa delle temperature estreme a Rio. La sicurezza e il benessere dei miei fan, dei miei colleghi artisti e della troupe devono e verranno sempre al primo posto", ha aggiunto.

Non è la prima volta che succede. Basta andare indietro di qualche mese, quando durante gli Australian Open a Melbourne molti incontri sono stati annullati o posticipati a causa del caldo torrido che rendeva impossibile proseguire il gioco, oltre a mettere a rischio la salute degli stessi tennisti partecipanti.

Dati in peggioramento

Eppure, anche davanti all'evidenza, non stiamo cambiando rotta, o almeno non lo stiamo facendo abbastanza velocemente. Nessuna polemica, lo dicono i dati: proprio qualche ora prima che Taylor Swift annunciasse ai suoi fan brasiliani il rinvio della del concerto, l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha pubblicato – il 16 novembre 2023 – un nuovo rapporto, il Greenhouse Gas Bulletin, che ha segnalato nuovi livelli record delle contrazioni di gas serra. Si tratta di un documento destinato alle Nazioni Unite affinché possano utilizzarlo per agire contro la crisi climatica in atto. Purtroppo, però, su quelle pagine non c'è nessuna buona notizia.

Dopo che nel 2022 le concentrazioni medie globali di anidride carbonica (CO2), il più importante gas serra, hanno superato per la prima volta del 50% quelle dell’era preindustriale. Nel 2023 le concentrazioni di Co2 hanno continuato a crescere, sebbene a un ritmo lievemente inferiore all'anno precedente e alla media del decennio.

Se pensate che si tratti di una buona notizia, molto probabilmente non è così: infatti secondo l'OMM questa lieve flessione verso il basso è verosimilmente dovuta alle variazioni naturali a breve termine del ciclo del carbonio.

Anche le concentrazioni di metano sono aumentate e i livelli di protossido di azoto hanno registrato il più alto aumento annuale mai registrato tra il 2021 e il 2022.

“Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, migliaia di pagine di rapporti e decine di conferenze sul clima, stiamo ancora andando nella direzione sbagliata”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’OMM, Petteri Taalas.

Ovviamente – come spiega il rapporto – l'aumento delle concentrazioni di gas serra implica un possibile aggravarsi dell'aumento delle temperature, destinate a salire ancora di più, ben oltre la soglia stabilita dagli Accordi di Parigi, entro la fine di questo secolo. "Ciò sarà accompagnato da fenomeni meteorologici più estremi, tra cui caldo e precipitazioni intense, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, riscaldamento e acidificazione degli oceani. I costi socioeconomici e ambientali saliranno alle stelle. Dobbiamo ridurre con urgenza il consumo di combustibili fossili”, ha dichiarato il professor Taalas.

Fonte |Onu;