“The line”, lo specchio del paradosso: pensata come città green ma realizzata con il ricavato del petrolio

Un muro che si fa città. Sostenibile e a zero emissioni. Così viene presentato il nuovo progetto di Bin Salman, che in Arabia Saudita vuole costruire la prima città al mondo sviluppata in verticale. Ma dietro alle promesse di una città green ci sono una serie di paradossi.
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Francesco Castagna 3 Agosto 2022

Altro che Grande Muraglia Verde, siamo ben lontani dal pioneristico muro di alberi progettato per rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici. In Arabia Saudita si pensa già oltre, questa volta in grande, anche se sarebbe più corretto dire "in lungo". In Arabia Saudita, nella futura megalopoli Neom nella provincia di Tabuk dovrebbe sorgere "The Line", la cosiddetta "città specchio". Il progetto era in discussione già negli anni precedenti, ma la sua realizzazione sembrava incerta.

A volerla è il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman, che aveva immaginato qualcosa di ambizioso come le Piramidi d'Egitto. L’annuncio era stato fatto durante il Vision 2030, un'agenda che l'Arabia Saudita si è data come l'Unione Europea per ridurre la dipendenza dal petrolio e diversificare la sua economia. Ci sarebbe da capire perché l'Arabia Saudita abbia preferito adottare una strategia tutta sua, dopo essersi rifiutata di inserire il concetto di "decarbonizzazione" negli accordi di Parigi.

Con l'idea di creare qualcosa che unisce, a differenza dei classici muri creati nella storia, l'Arabia Saudita presenta una città come non l'avete mai vista. Il progetto dovrebbe terminare nel 2025. Ma sarà possibile realizzare qualcosa di sostenibile e a impatto zero, con una struttura del genere? Non sono mancate infatti le critiche. La più diffusa è che le vecchie città devono essere ripensate e non abbandonate. "Contemporary cities couldn't cope with growth", si legge nei video di presentazione della nuova città. Tradotto, "le città contemporanee non sono in grado di far fronte alla crescita".

In realtà i costi di realizzazione di una megalopoli del genere sono molto elevati. Utilizzare ulteriori fondi per creare nuove città. Lasciare dietro di sé centri abitati abbandonati. Tutto ciò vorrebbe dire aver contaminato il suolo per nulla. Bin Salman la presenta invece come una rivoluzione. Larga 200 metri, lunga 170 chilometri e alta 500 metri. In grado di ospitare nove milioni di residenti in un'area di 34 chilometri quadrati.

Questa sarà The Line, progettata per non avere strade, quindi di conseguenza nemmeno automobili. Una città, sostengono sul sito, a emissioni molto basse di co2. Funzionerà al 100% con energia rinnovabile e permetterà di preservare il 95% del terreno.

Un progetto ambizioso, anche se per realizzare una città del genere l'Arabia Saudita sta utilizzando e continuerà a utilizzare i capitali accumulati soprattutto grazie alla vendita di petrolio. Quello che sappiamo al momento è che la città sarà a portata d'uomo. Ispirata al modello Zero Gravity Urbanism, sarà una città dove case, spazi pubblici, scuole, ospedali, lavoro saranno sviluppati e stratificati in verticale.

I residenti infatti avranno accesso a tutti i servizi a cinque minuti a piedi e una ferrovia ad alta velocità transiterà da un capo all'altro in 20 minuti. Una sorta di bosco verticale, ma esteso per tutta la città dove la natura sarà il più possibile a contatto con l'essere umano. Inoltre, l'esterno di questa struttura sarà completamente rivestito con degli specchi.

La realizzazione di The Line però, anche se con tutte le volontà di ridurre al minimo le emissioni, avrebbe comunque un grande impatto sull'ambiente circostante. Gli animali troverebbero enormi difficoltà nel ritrovarsi in un territorio diviso da un muro di vetri. Gli ecosistemi ne uscirebbero totalmente contaminati e le specie si ritroverebbero costrette a vivere in un ambiente artificiale.