Torino, un’innovativa protesi della valvola mitrale è stata impiantata in un cuore battente: è la prima volta al mondo

Epygon, un’innovativa protesi mitrale transcatetere, permetterà di intervenire chirurgicamente per riparare i danni alla valvola mitrale senza dover ricorrere alla tradizionale tecnica della circolazione extracorporea.
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Kevin Ben Alì Zinati 20 Marzo 2023
* ultima modifica il 20/03/2023

C'è un'altra via per riparare i danni alla valvola mitrale. Ora non servirà sempre ricorrere all’intervento “a cuore aperto”, una procedura estremamente delicata e non priva di rischi.

Il merito è Epygon, un’innovativa protesi mitrale transcatetere, nata in Canavese e sviluppata in Francia. Grazie a questo “rivoluzionario” dispositivo sarà possibile evitare la tradizionale tecnica della circolazione extracorporea che, come sai, permette di continuare a ossigenare e pompare il sangue in circolo durante la fase centrale di un intervento cardiochirurgico attraverso una macchina cuore-polmoni.

L’approccio trascatetere ha dato dimostrazione della sua grande efficacia all’ospedale Molinette di Torino dove per la prima volta al mondo è stata impiantata su cuore battente.

Protagonista di questo intervento record è stata una donna dai 62 anni affetta da una grave forma di insufficienza mitralica che, a causa della gravità e dei molteplici fattori di rischio intrinseci, era stata giudicata non trattabile con l’intervento cardiochirurgico tradizionale.

Forse non lo sapevi, ma la valvola mitrale si trova tra l'atrio e il ventricolo sinistri del cuore ed è fondamentale perché regola il flusso sanguigno tra queste due camere.

Per procedere al trattamento in totale sicurezza era necessario sfruttare la nuova tecnica transcatetere, la stessa già applicata in tutto il mondo sulla valvola aortica per trattare pazienti anziani o ad alto rischio operatorio.

Un approccio innovativo, appunto, perché rispetto alla sua applicazione sull’aorta, le fasi dell’invenzione e dello sviluppo sono molto più difficili dal momento che l’anatomia di questa valvola è ben più complessa di quella della valvola aortica: in più, l’intervento necessitava della perfetta collaborazione di più specialisti contemporaneamente.

La nuova protesi mitrale oltre a una minor invasività d’intervento, permette anche di minimizzare i rischi di intaccare altre strutture del cuore, e, grazie alla particolarità di avere solo due lembi (tutte le protesi biologiche mitraliche ne hanno tre), permette anche di riprodurre il flusso fisiologico del sangue nel ventricolo sinistro, imitando la valvola originale e migliorando anche la funzionalità del muscolo cardiaco.

Come ti ho detto prima, l’intervento è perfettamente riuscito e dopo soli 5 giorni di ricovero, la donna è stata trasferita presso la riabilitazione di Veruno, pronta a riprendere la propria vita.

Fonte | Ospedale Molinette di Torino 

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