
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una legge sul fine vita, rendendo la regione la prima in Italia a disciplinare il suicidio assistito. La proposta, sostenuta dall'Associazione Luca Coscioni e firmata da oltre diecimila cittadini, ha ricevuto 27 voti favorevoli (Pd, Iv, M5S, Gruppo Misto) e 13 contrari (Lega, Fi, Fdi). La legge, intitolata "Liberi Subito", stabilisce regole precise per chi desidera accedere al suicidio assistito, creando un quadro giuridico chiaro e definito.
La normativa prevede la creazione di una commissione multidisciplinare nelle Aziende Usl, che dovrà verificare i requisiti per l'accesso al suicidio assistito entro 15 giorni dall'entrata in vigore della legge. La verifica dei requisiti dovrà essere completata entro 20 giorni dalla richiesta, con la somministrazione del farmaco prevista entro 10 giorni successivi, garantendo supporto tecnico e farmacologico gratuito.
Il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, ha accolto favorevolmente l'approvazione, definendola una "grande vittoria per la libertà di scelta". Ha inoltre sottolineato come la Toscana sia la prima regione italiana a dare concreta attuazione alla sentenza della Corte costituzionale, aprendo la strada a una possibile legislazione nazionale. Filomena Gallo, avvocata dell'associazione, ha aggiunto che l'obiettivo è promuovere il dibattito pacato e sostenere una rete di cure palliative sul territorio.
Per il Pd, la legge toscana rappresenta un passo avanti verso una normativa nazionale sul fine vita. Stefano Ceccanti ha dichiarato che il testo votato dal Consiglio regionale toscano offre una risposta alla sentenza della Corte, affrontando l'incertezza e la mancanza di una normativa nazionale. Marco Furfaro, deputato del Pd, ha aggiunto che la legge toscana è un segno di civiltà, ma che è necessario un intervento nazionale per garantire a tutti i cittadini la libertà di scegliere fino alla fine.
La legge ha suscitato anche critiche, in particolare da parte di Forza Italia e Fratelli d'Italia, che ritengono che la materia debba essere trattata dal Parlamento e non a livello regionale. Il presidente di Forza Italia Maurizio Gasparri ha denunciato una "forzatura" nella legislazione regionale, mentre Fdi ha sollevato dubbi sull'incostituzionalità della legge.