Tra condoni e sanatorie in Italia sopravvive l’abusivismo: demolito solo il 32,9 per cento degli edifici

Se al Nord si demolisce dal 40 al 60 per cento degli edifici abusivi, nel Mezzogiorno la percentuale non supera il 20 per cento. L’eccessivo sfruttamento del suolo rende il territorio poco sicuro e rappresenta un serio rischio sia per l’ambiente che per l’uomo. La richiesta del WWF per una legge sul consumo del suolo.
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Gaia Cortese 29 Novembre 2022

Secondo quanto evidenziato dal più recente report dell’ISPRA sul consumo del suolo (“Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022”), in Italia ogni secondo vengono cementificati due metri quadrati di suolo. Le strutture edificate occupano ormai 5.400 km quadrati, una superficie pari alla Liguria, e quel che è peggio, è che per buona parte si tratta di edifici e opere abusive.

Allo scopo di presentare il dossier "Abbatti l’abuso”, lo scorso anno Legambiente aveva interrogato ben 7.909 Comuni sul tema delle demolizioni degli edifici abusivi: l’associazione ambientalista ha avuto riscontro solo da 1.819 amministrazioni, e già questo è un dato significativo. Il dossier ha evidenziato come a partire dal 2004, anno dell'ultimo condono, a tutto il 2020 in Italia è stato abbattuto solo il 32,9 per cento degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo.

Una percentuale trainata dagli enti locali del Centro-nord e zavorrato dal Mezzogiorno. Se infatti il Veneto ha eseguito il 66,8 per cento delle sentenze di demolizione emesse, seguito dal Friuli-Venezia Giulia (64,5%), dalla Valle d'Aosta (56,3%), dalla Provincia autonoma di Bolzano (47%) e dalla Lombardia (44,2%), il Sud Italia risponde molto poco alle ordinanze di demolizione degli edifici abusivi. A parte la Basilicata (26%), il Mezzogiorno vede la Puglia in fondo alla classifica (4%), preceduta dalla Calabria (11,2%), dalla Campania (19,6%), dalla Sicilia (20,9%) e dal Lazio (22,6%).

Nelle regioni più segnate dalla presenza mafiosa sono state emesse 14.485 ordinanze di demolizione, dove la Campania guida la classifica con 6.996 provvedimenti di abbattimento. Ne sono state eseguite appena 2.517, pari al 17,4%, il che chiarisce come la recente tragedia avvenuta a Ischia fosse largamente annunciata.

D'altronde in Italia, tra condoni e sanatorie, l'abusivo ha la quasi matematica certezza di farla franca. Dovrebbe, ad esempio, tornare alla memoria un condono edilizio varato nel 2018 che riguardava proprio l’isola di Ischia e le aree più colpite dalla recente tragedia, e che era stato votato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, all’epoca al comando, e da Fratelli d'Italia, oggi partito di maggioranza in Parlamento. La norma era inserita in un decreto chiamato "Genova" perché pensato per rimediare al disastro del ponte Morandi. Un modo per mettere una toppa a un disastro e creare le condizioni per renderne possibile un altro.

Dopo la vicenda di Ischia, il WWF è ritornato sul tema della legge sul consumo di suolo di cui si discute poco proficuamente dal 2012, appoggiato dal Presidente dell'Associazione nazionale dei Consorzi di bacino (Anbi), Francesco Vincenzi che chiede "una legge contro l'eccessivo consumo di suolo, che è acceleratore di pericolo di fronte alle violente conseguenze della crisi climatica. Approvarla in tempi rapidi sarebbe una risposta responsabile e democratica al dolore di tante famiglie". 

La cementificazione del suolo, ancor più se si tratta di un’azione abusiva, non può che rendere il territorio meno sicuro innescando tutta una serie di effetti sull’ambiente e sull’uomo. L’elevata presenza di edifici e opere edificate comporta la riduzione della capacità del suolo di assorbire l'acqua piovana, aumentando il rischio di fenomeni come allagamenti e inondazioni. È quindi chiaro come, in presenza di precipitazioni rilevanti e in aumento a causa del cambiamento climatico, sempre più aree edificate senza criterio rappresentino un serio rischio.