
Chissà che cosa si direbbero se Donald Trump e Greta Thunberg si trovassero faccia a faccia. Finora il duello è sempre a distanza, oggi molto ravvicinata. Infatti sia il presidente americano sia l'attivista svedese ideatrice del movimento ambientalista globale Fridays for Future sono a Davos, dove fino a venerdì si terrà il World Economic Forum. Greta è intervenuta in mattinata e poi a ora di pranzo per ribadire la necessità di agire subito e in maniera davvero efficace per azzerare le emissioni di gas serra e scongiurare gli effetti devastanti della crisi climatica. In mezzo si è inserito l'intervento di Donald Trump che, nell'esaltare i progressi dell'economia statunitense sotto la sua amministrazione, ha colto l'occasione per punzecchiare gli ambientalisti che lo accusano di essere un negazionista climatico. Inutile ricordare che il presidente Trump ha trascinato gli Stati Uniti fuori dall'Accordo di Parigi del 2015.
"Questi allarmisti chiedono sempre la stessa cosa: il potere assoluto di dominare, trasformare e controllare ogni aspetto della nostra vita", ha detto Trump riferendosi agli attivisti per il clima. "Dobbiamo respingere i perenni profeti di sventura e le loro previsioni sull'apocalisse". Il presidente americano ha aggiunto che non è il momento di essere pessimisti, ma è tempo di ottimismo e speranza e ha annunciato che gli Stati Uniti parteciperanno all'iniziativa, lanciata proprio al Wef, "Un miliardo di alberi contro il cambiamento climatico".
Probabilmente a Greta e a tutti coloro che si battono per la difesa dell'ambiente saranno sanguinate le orecchie ad ascoltare queste parole. Non a caso, in più occasioni la stessa Greta Thunberg ha detto che parlare con Trump sarebbe inutile perché sarebbe come parlare a un muro. L'unica arma a disposizione per sconfiggere i negazionisti del cambiamento climatico è il voto. E negli Stati Uniti si andrà alle urne il prossimo 3 novembre.