
In Italia, l'80% degli uomini non si sottopone a visite andrologiche periodiche, considerandole superflue. Eppure, le malattie urologiche e i disturbi legati al sistema riproduttivo maschile sono tutt'altro che rari. Tra queste, il tumore alla prostata è una delle patologie più comuni: si tratta del secondo tipo di cancro più diagnosticato negli uomini a livello globale.
La prostata ha un ruolo chiave nella produzione e conservazione del liquido seminale. Negli ultimi decenni, diversi studi si sono concentrati su una domanda precisa: la frequenza dell'eiaculazione può influenzare il rischio di sviluppare un tumore alla prostata?
Le risposte non sono sempre state concordi, ma una recente revisione scientifica offre nuove prospettive. Analizzando 11 studi pubblicati negli ultimi 33 anni, è emerso che in 7 casi su 11 è stata osservata una relazione positiva tra frequenza eiaculatoria e riduzione del rischio di tumore.
Secondo i ricercatori, un'eiaculazione frequente potrebbe contribuire a drenare tossine e sostanze nocive che, accumulandosi nella prostata, aumentano il rischio di alterazioni cellulari. La revisione, pubblicata su Clinical Genitourinary Cancer, suggerisce che un’attività eiaculatoria regolare possa svolgere un ruolo protettivo, anche se non sono ancora chiari i meccanismi biologici precisi.
Ecco alcuni dei risultati più rilevanti:
Studio Harvard 2017: condotto su oltre 30.000 uomini tra i 20 e i 29 anni, ha dimostrato che chi eiaculava almeno 21 volte al mese aveva un rischio inferiore del 33% di sviluppare un tumore alla prostata rispetto a chi eiaculava solo 4–7 volte.
Studio 2023: su 456 uomini tra i 40 e gli 80 anni, ha rilevato benefici già a partire da 4 eiaculazioni al mese, anche se in misura minore rispetto allo studio di Harvard.
Non esiste ancora un consenso scientifico univoco sul numero ideale di eiaculazioni mensili per proteggere la salute della prostata. I dati variano in base a età, condizioni cliniche e stile di vita. Tuttavia, gli studi sembrano indicare che mantenere una certa regolarità — anche solo settimanale — potrebbe avere effetti positivi.
Dubbi e limiti degli studi esistenti
Nonostante le evidenze, restano ancora molte incertezze. Le principali riguardano:
Ad oggi, non è ancora possibile affermare con certezza scientifica che l’eiaculazione frequente riduca il rischio di tumore alla prostata. Tuttavia, il legame esiste ed è stato osservato in più di uno studio. Proprio per questo, il tema merita ulteriori approfondimenti, soprattutto in chiave preventiva.