Turismo lento, la Puglia investe sui cammini per valorizzare i viaggi dolci e sostenibili

Gli investimenti della Regione Puglia sono ammirevoli: puntare sui cammini e sulla mobilità dolce in viaggio è sintomo di attenzione al territorio, all’ecologia e alla cittadinanza. Un esempio per tutte le regioni che vorrebbero piantare sullo slow tourism.
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Sara Polotti 20 Gennaio 2023

Ritiri senza connessione, cliniche per disintossicarsi dai social, e ora turismo lento: sono sempre di più le iniziative che vogliono fare riscoprire la lentezza e la vita analogica, e che non hanno uno scopo meramente sociale. Anche le implicazioni ecologiche e sostenibili sono molto marcate, soprattutto quando si parla di turismo lento.

Lo slow tourism, infatti, è un nuovo modo di viaggiare più sostenibile, etico e rilassante, che si sta diffondendo sempre di più e che sta acquisendo un sempre maggiore status istituzionale e definito. Tanto che la Regione Puglia ha deciso di investirvi sempre di più.

Cos'è il turismo lento

Il turismo lento, o slow tourism, è un diverso modo di viaggiare, dove "diverso" è inteso rispetto alle più classiche modalità di viaggio-vacanza. Niente automobile, niente mete inflazionate. Il turismo lento punta sulla mobilità dolce e su itinerari meno battuti per promuovere un modo più etico di viaggiare, puntando sulla sostenibilità e sulla tranquillità.

Viaggiare più lentamente, infatti, permette non solo di avere un impatto meno negativo sull'ambiente, ma anche di godersi i piaceri più naturali della vita, dal cibo ai panorami, senza fretta e rallentando.

Tra le modalità di turismo lento più diffuse? I cammini (non solo quelli più conosciuti come la Via Francigena, la Via degli Dei o il Cammino dei Borghi Silenti), i viaggi in treno, gli itinerari in borghi antichi poco frequentati…

La Puglia, regina dello slow tourism

Recentemente, a ottobre 2022, la Puglia ha presentato un programma davvero prezioso per lo sviluppo del turismo lento. La Regione ha deciso infatti di destinare 3.2 milioni di euro al miglioramento e alla infrastrutturazione della rete dei cammini e degli itinerari culturali pugliesi.

Partendo dalle aree extraurbane di vari comuni di tutte le province, la Regione nei prossimi mesi procederà alla realizzazione della segnaletica, delle aree di sosta, alle installazioni artistiche e a quelle di cartelli informativi, non solo lungo la Via Francigena (che passa anche dalla Puglia). Verranno poi recuperati edifici pubblici in cui saranno ospitati ostelli.

"Quasi la metà degli italiani desidera vivere esperienze di turismo lento a contatto con la natura, con un’attenzione particolare alla sostenibilità, soprattutto tra gli under 40. È in continuo aumento il numero dei camminatori e la voglia di scoprire destinazioni autentiche e poco esplorate: la Puglia è pronta a cogliere queste opportunità destinando importanti risorse allo sviluppo dei cammini e al turismo sostenibile": le parole dell’assessore al Turismo Gianfranco Lopane sono chiare, ed è chiaro l'intento sostenibile dell'iniziativa. "Il progetto di infrastrutturazione del sistema dei cammini ci permette di valorizzare le aree dell’entroterra, insieme a quelle della costa, in tutte le province. In linea con gli obiettivi di diversificazione dell’offerta e della stagionalità dei flussi turistici, investiamo per garantire la piena fruibilità di un prodotto sempre più ricercato e che tiene insieme cultura, crescita territoriale e coesione sociale".

Cosa vedere "lentamente" in Puglia

Oltre alla già citata Via Francigena (chiamata "Via Francigena del Sud"), la Puglia ospita numerosi itinerari che è possibile percorrere a piedi o in bicicletta. Per esempio, quello sui Monti Dauni che dura circa una settimana, oppure quello lungo le antiche ferrovie che da Palagianello arriva a Castellaneta.

Sono poi numerosissimi i borghi storici in cui passeggiare, così come gli eventi popolari che costellano il calendario lungo tutto l'anno.