Come coltivare il ginepro in vaso o in giardino e quali sono le sue proprietà

Anche se sei abituato a vedere il ginepro crescere spontaneamente in varie parti d’Italia, questa pianta può essere coltivata anche a casa, con un portamento più simile ad un albero o ad un arbusto a seconda della specie scelta. Inoltre, i suoi frutti, delle bacche simili a mirtilli, hanno proprietà interessanti ed insieme ai rami vengono utilizzati in cucina.
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Gaia Cortese 4 Ottobre 2021

Ampiamente diffuso sulle Alpi e sull'Appennino, il ginepro comune (Juniperus communis) è un arbusto o albero sempreverde che può raggiungere un’altezza anche di 10 metri. Lo riconosceresti facilmente notandone le sue bacche di colore blu-viola e le foglie aghiformi di un verde intenso che lo contraddistinguono.

Più in generale, devi sapere che il termine ginepro (Juniperus) si riferisce in realtà a un genere di piante, appartenente alla famiglia delle Cupressaceae, che comprende oltre 60 specie e molte varietà diverse tra loro.  Il ginepro comune, che come altre cresce in Italia, è sicuramente tra le più conosciute ed è una pianta dioica: significa che alcune piante hanno solo fiori femminili di un colore giallastro, mentre altre hanno solo fiori maschili di un colore verdastro e per questo meno visibili, ma alla fine, sempre di ginepro si tratta.

Tanto avrai sentito parlare anche delle bacche di ginepro, che crescono su questi alberi e arbusti, ma bisogna fare attenzione: alcune specie producono infatti frutti velenosi, a differenza di quelli molto utilizzati in cucina, per aromatizzare le carni o per la produzione di un liquore. Andiamo allora a scoprire le principali caratteristiche e proprietà di queste piante.

Specie e varietà

Il ginepro, o Juniperus, è un genere di piante che racchiude sotto di sé tanti alberi o arbusti di specie differenti, che appartengono tutte alla famiglia delle Cupressaceae e che puoi trovare in diverse parti del mondo: devi sapere infatti che molte specie di ginepro crescono spontaneamente in Italia, ad esempio in Sardegna, nel resto d'Europa, Asia o America del Nord grazie a una grande capacità di adattamento che permette loro di resistere sia al caldo che al freddo, su terreni di diverso tipo.

Un perfetto esempio è dato infatti dalla differenza tra il ginepro comune (Juniperus communis), in grado di crescere in montagna fino ad altitudini di circa 2.500 metri, e il ginepro fenicio (Juniperus phoenicea), specie ampiamente diffusa anche nel nostro Paese in territorio sardo e a suo agio in condizioni climatiche più calde e secche, così come accade anche per il ginepro rosso o ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus), che in Europa si può trovare in Portogallo, Francia e Marocco.

Altre specie degne di una menzione sono il ginepro strisciante (Juniperus horizontalis), originario del Nord America e caratterizzato da una crescita bassa che lo porta a formare dei cespugli fitti, e il ginepro cinese (Juniperus chinensis), spesso utilizzato per creare dei bonsai.

Soffermandoci però sul ginepro comune, tra le specie più diffuse e utilizzate, devi sapere che ne esistono diverse varietà, come quelle chiamate Green carpet o Repanda.

Quelle che quasi sicuramente avrai già sentito definire bacche di ginepro si chiamano in realtà coccole e vengono prodotte da molte specie di ginepro: si tratta di frutti carnosi e dal colore blu-violaceo, quasi simili ai mirtilli, con un sapore che unisce acidità e dolcezza, aroma che le rende ideali da sfruttare in cucina. Generalmente sono commestibili, ma non sapere: ad esempio, dovresti tenere a mente che il frutto prodotto dal ginepro sabina (Juniperus sabina) è velenoso.

Un’immagine del ginepro sabina e delle sue bacche velenose.

Coltivazione

Ti ho anticipato che l'arbusto o albero di ginepro cresce spontaneamente in varie zone dell'Italia e del mondo, ma parliamo in ogni caso di una pianta che può essere coltivata anche nei giardini o in vaso, specialmente in caso di varietà come il ginepro nano. Di seguito, ti darò alcuni consigli per farlo crescere e prendertene cura nel migliore dei modi, approfittando della sua capacità di adattarsi e resistere a condizioni molto diverse tra loro.

Semina o messa a dimora

I periodi migliori per piantare i semi di ginepro sono l'autunno o la primavera, momenti nei quali in ogni caso il clima è mite, senza ondate eccessive di calore ed evitando le gelate invernali del terreno. Se deciderai di coltivarlo in giardino, tieni conto fin da subito del tipo di crescita che avrà la specie scelta e dello spazio di cui avrà bisogno, che sarà diverso per quelle a portamento eretto o per quelle striscianti e più simili ad arbusti.

Terreno

Il ginepro riesce ad adattarsi a vari tipi di terreno, che però devono essere caratterizzati da un buon livello di drenaggio, motivo per cui può essere utile mischiare il terriccio con della sabbia. Un terreno troppo umido è invece l'unico che potrebbe creare difficoltà di crescita alla pianta. Pur avendo poche esigenze, inoltre, utilizzando in primavera un concime per conifere potresti aiutare il ginepro a svilupparsi più velocemente.

Esposizione

Anche per quanto riguarda la posizione, il ginepro non ha richieste particolari: la pianta ama infatti esposizioni sia in pieno sole che a mezz'ombra, dato che è in grado di resistere anche a basse temperature. Se crescerà al freddo, tuttavia, lo sviluppo potrebbe essere minore, specialmente per il ginepro comune che apprezza essere situato in punti più soleggiati. Il consiglio è quello di posizionare l'albero in zone esposte al sole almeno per alcune ore al giorno, oppure in alternativa optare per le specie più diffuse in zone di montagna.

Annaffiatura

L'irrigazione del ginepro dovrà essere più abbondante per le piante giovani, messe a dimora da poco, che devono ancora sviluppare il proprio apparato radicale. Normalmente, invece, il ginepro non ha bisogno di molta acqua e spesso si accontenta della pioggia, essendo in grado di resistere anche a periodi prolungati di siccità. Per regolarti, assicurati di bagnare la pianta soltanto quando il terreno è ben asciutto; nel caso della coltivazione in vaso, invece, potresti optare per un paio di annaffiature a settimana, facendo attenzione ad evitare i ristagni idrici.

Potatura

Il ginepro va potato indicativamente tra febbraio e marzo, ma con grande attenzione e delicatezza, limitandosi a tagliare soltanto le punte dei suoi rami, dato che la pianta cresce molto lentamente e altrimenti ci sarebbe il rischio di impedire lo sviluppo di nuovi germogli.

Malattie e parassiti

Essendo una pianta rustica e piuttosto resistente, soprattutto per quanto riguarda la specie ginepro comune, le minacce a cui fare attenzione saranno poche, ma non assenti. Ad esempio, anche il ginepro può essere attaccato da parassiti come la cocciniglia e gli afidi: nel primo caso, dovrai fare caso alle macchie scure che potrebbero comparire sulla parte inferiore delle foglie e dovrai agire in fretta con dei prodotti specifici.

Fai attenzione infine anche ai ristagni d'acqua, in caso di coltivazione in vaso, dato che potrebbero provocare il marciume delle radici, in grado di compromettere la crescita della pianta.

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L’immagine di una pianta di ginepro comune (juniperus communis)

Proprietà e benefici

Della pianta del ginepro si utilizzano i frutti, ovvero le bacche, che si raccolgono in autunno e che vengono fatte essiccare in luoghi ventilati per evitare che si formi della muffa. Da sempre questa pianta è stata considerata un ottimo rimedio naturale per curare diversi disturbi. Nel XIX secolo Sebastian Kneipp, un abate tedesco, suggeriva di combattere l’influenza avvolgendosi in una coperta riscaldata con il vapore di una pentola dove venivano fatte bollire le bacche e i rami di ginepro.

Questo arbusto, infatti, è un antisettico naturale per le vie respiratorie, è un ottimo espettorante e calma la tosse. Vale la pena dare retta all’abate tedesco e fare delle fumigazioni in caso di un forte raffreddore. Il ginepro quindi può essere ampiamente utilizzato come rimedio balsamico e come tonico per l’organismo.

Tra le proprietà riconosciute al ginepro ci sono anche quelle digestive. L’essenza e l’infuso di ginepro sono spesso utilizzati per risolvere problemi digestivi (masticane le bacche e la tua digestione ne beneficerà) e diuretici, gonfiori, bruciori allo stomaco e meteorismo.

Controindicazioni

Le uniche possibili controindicazioni all'assunzione del ginepro e delle sue bacche sono legate all'eventuale presenza di malattie renali, come la nefrite o l'insufficienza renale, o al verificarsi di mestruazioni particolarmente abbondanti. In questi casi, infatti, il ginepro va consumato moderatamente e con attenzione, consultando il medico in caso di qualsiasi dubbio.

Usi del ginepro

Per calmare la tosse, alleviare i fastidi della vie respiratorie e  favorire la diuresi puoi preparare un infuso di ginepro. Lasciare quindi in infusione per 5 minuti 15 grammi di bacche di ginepro, ben schiacciate in un litro d'acqua bollente. Poi bevine almeno 2 tazze al giorno per notarne gli effetti benefici.

Per alleviare i problemi legati all'apparato digerente invece, prova a preparare un macerato di ginepro. In questo caso la preparazione richiede più tempo: procurati 10 grammi di bacche e lasciale macerare per 2 settimane in un litro di vino bianco con una scorza di limone. Anche in questo caso assicurati di schiacciarle bene. Te ne basterà un bicchierino dopo i pasti per prevenire il bruciore di stomaco e qualche problema di meteorismo.

Se cerchi un momento di relax accompagnato da un massaggio rilassante ed emolliente, procurati l'olio essenziale di ginepro. Uniscilo all'olio di mandorle e massaggia su tutto il corpo.

Il ginepro viene usato in cucina per insaporire la carne.

Uso in cucina

Già utilizzato come sostituto del pepe all'epoca degli antichi romani, il ginepro è un ingrediente molto ricercato in cucina. Può essere utilizzato per insaporire le patate o il pesce preparato al forno, ma anche con le carni il sapore acidulo delle sue bacche trova un connubio perfetto.

Avrai poi sicuramente sentito parlare del gineprato e dell'acquavite di ginepro: il succo delle bacche di ginepro lasciato fermentare e poi distillato viene usato per la preparazione di diversi alcolici. Da non confondersi con il genepì, liquore tipico del Piemonte, della Valle d'Aosta e della Valtellina che diversamente viene preparato con l'artemisia, una pianta della famiglia delle Asteracee.

(Scritto da Gaia Cortese il 4-8-2020
Modificato da Alessandro Bai il 3-10-2021)