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Acqua pulita e più biodiversità: perché dobbiamo ripristinare le barriere di ostriche, a partire da Hong Kong

Un nuovo studio pubblicato su Restoration Ecology spiega perché sarebbe importante ripristinare gli habitat marini composti da ostriche e altri molluschi, danneggiati nel tempo a causa dello sviluppo costiero: questi ecosistemi sono in grado di purificare grandi quantità di acqua, evitare la perdita di biodiversità data dalla scomparsa di diverse specie native e proteggere le coste dall’innalzamento del livello del mare legato ai fenomeni atmosferici. Hong Kong potrebbe diventare il modello da seguire.
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Alessandro Bai 29 Dicembre 2020

Dell'importanza delle barriere coralline, preziosi ecosistemi da proteggere a tutti i costi, avrai sentito parlare ormai moltissime volte. È meno probabile invece che qualcuno ti abbia spiegato il ruolo delle barriere di ostriche, "sorelle" meno conosciute ma altrettanto fondamentali per l'ambiente, poiché in grado di rimediare almeno a parte dei danni derivanti dall'urbanizzazione delle coste.

Proprio per questa ragione, un team dell'Università di Hong Kong ha illustrato in una nuova ricerca, pubblicata su Restoration Ecology, tutti i motivi per cui sarebbe cruciale riuscire a restaurare la barriera di ostriche a largo della regione amministrativa speciale cinese: i benefici principali includono acqua più pulita, maggiore biodiversità e più resistenza contro i danni provocati dalla cosiddetta onda di tempesta, un innalzamento del livello del mare solitamente associato al passaggio di un ciclone.

Un tempo Hong Kong vantava delle importanti barriere composte da molluschi, diminuiti sempre di più nel corso degli anni proprio a causa dello sfrenato sviluppo costiero a cui è andata incontro l'area e all'inquinamento crescente. Insieme a loro, sono sparite anche molte delle specie native di questo ambiente, che secondo Marine Thomas, tra gli autori della ricerca, "è uno degli habitat marini più a rischio del pianeta", dato che oggi a livello globale rimane solo il 15% delle barriere di molluschi esistenti in passato.

Come avrai capito, le ostriche giocano un ruolo cruciale in questo ecosistema: stando ai risultati dello studio, infatti, un solo esemplare tra quelli presenti lungo le coste di Hong Kong sarebbe in grado di purificare fino a 30 litri d'acqua ogni ora, mentre 7 metri quadrati di barriera filtrerebbero l'equivalente di una piscina olimpica al giorno.

Fortunatamente, ricostruire questi habitat sembrerebbe essere un'impresa complicata ma non impossibile. Grazie al tradizionale allevamento di ostriche nel Delta del fiume delle Perle, questi molluschi si sono conservati in un numero che consentirebbe di procedere al ripristino delle antiche barriere, senza dover optare per il trasferimento di esemplari allevati nei vivai, come sperimentato in altre parti del mondo.

Hong Kong potrebbe così diventare un modello da seguire per altre megalopoli costiere intenzionate a ripristinare gli  ecosistemi marini danneggiati negli anni a causa della mano dell'uomo. Ma proprio l'uomo, secondo i ricercatori, è potenzialmente il più grande ostacolo al completamento di questa opera, dato che "gli habitat dei molluschi sono ancora gravemente trascurati e poco protetti a Hong Kong, con una bassissima consapevolezza delle persone riguardo al loro valore ecologico", ha spiegato Thomas.

Sempre secondo la ricercatrice, questa difficoltà ha origine nel fatto che "molta gente associa le ostriche al cibo, senza sapere che questi molluschi possono creare ambienti che supportano la vita marina costiera. Soltanto recuperando questi habitat possiamo cominciare a godere nuovamente dei benefici ambientali associati".

Fonte| "Restoration potential of Asian oysters on heavily developed coastlines" pubblicato su Restoration Ecology il 25 novembre 2020