Tutti i colori della raccolta differenziata: perché ogni rifiuto ha (per legge) il suo bidone

Blu per la carta, giallo per la plastica, turchese per l’alluminio e marrone per l’organico. Da alcuni anni, ormai, per favorire la raccolta differenziata e la corretta gestione dei tuoi scarti domestici, a ogni rifiuto è stato dato un colore specifico, standardizzato su tutta la Penisola. Perché la seconda vita del rifiuto comincia prima di tutto tra le mura di casa tua.
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Sara Del Dot 12 Aprile 2019

Appena qualche decina di anni fa, l’idea che ogni rifiuto avesse un proprio bidone, soprattutto dentro casa, non era affatto diffusa. Oggi, per fortuna, guardarsi attorno quando bisogna buttare via qualcosa per individuare il contenitore adatto al tipo di scarto che abbiamo in mano è diventata una procedura automatica. E a molti di noi, la sola idea di gettare tutti i rifiuti nello stesso secchio fa stare male. Perché il danno ambientale che deriva dalla loro cattiva gestione non si può più ignorare in alcun modo. Non a caso, l’Unione europea si è posta l’obiettivo di raggiungere la raccolta differenziata del 65% dei rifiuti e il reale avvio a recupero del 50% degli stessi. Un bel traguardo, per raggiungere il quale è necessario l’impegno di tutti.

Proprio per questo, è importante che anche tu faccia la tua parte in modo attivo, separando nel modo migliore possibile tutti i i tuoi scarti domestici così da consentirne un avvio a riciclo più facile ed efficace. Perché la gestione del rifiuto inizia, per prima cosa, tra le mura di casa tua. Eh sì, forse spesso non ci pensi perché pare scontato, ma è proprio da te che la filiera dello smaltimento si innesca. Sei tu che devi far trovare agli operatori del settore il materiale già ben suddiviso e il più possibile pulito e selezionato, così da consentire un lavoro di recupero (o distruzione) più rapido ed efficace. Una volta raccolto, poi, ciascun rifiuto viene indirizzato verso il processo di smaltimento migliore per lui e per l’ambiente: da una filiera di economia circolare, al riciclo, alla discarica, all’inceneritore. Soprattutto i rifiuti che possono essere riutilizzati devono essere ben raccolti e separati, per dare loro la possibilità di diventare materia prima per nuovi oggetti.

I metodi di raccolta rifiuti messi a punto nelle varie città per capire (e sperimentare) quale sia il modo migliore di gestire gli scarti sono tanti: dalla raccolta porta a porta dei sacchi, dai bidoni condominiali, fino alle isole ecologiche e i classici cassonetti. Ma non sempre è immediato riuscire a riconoscere il tipo di contenitore adatto al rifiuto che hai in mano. Spesso, noi cittadini così come gli addetti ai lavori, abbiamo bisogno di essere un po' aiutati. Per questo, oltre ai simboli, per riconoscere meglio il contenitore e il suo rifiuto, il codice più efficace è senza dubbio quello cromatico.

Proprio per aiutarti e semplificare la procedura di raccolta differenziata sono state istituite delle norme apposite per rendere più facile e immediato il riconoscimento dei contenitori in cui buttare ciascun rifiuto. Soprattutto a un primo impatto visivo.

Il tema della divisione per colore è stato introdotto in Italia nel 2017 con l’emanazione della norma UNI 11686, "Gestione dei rifiuti – Waste visual elements – Elementi di identificazione visiva per i contenitori per la raccolta dei rifiuti urbani", che ha definito i colori standard per tutta la penisola. Ecco quali sono:

  • Blu per la carta, il cartone o multimateriali con prevalenza di carta
  • Marrone per i rifiuti organici, comunemente detto “umido”
  • Giallo per gli imballaggi in plastica
  • Verde per il vetro
  • Turchese per i metalli come alluminio e acciaio
  • Grigio per il secco indifferenziato, in cui viene messo tutto ciò che non si può riciclare

Bene, a questo punto non hai più scuse. Quando devi buttare un rifiuto, ricordati quale colore gli è stato assegnato, e aiuterai coloro che devono occuparsi del suo smaltimento a dargli una seconda vita migliorando la qualità della tua città e dell'ambiente in cui vivi!