Tutti i consigli di Ohga per usare le creme solari senza inquinare il mare e l’ambiente

L’estate è iniziata e già da qualche settimana i luoghi di vacanza si sono ripopolati di locali e di turisti, che approfittano del bel tempo per andare al mare. Sai quali sono le creme che non inquinano il mare? Ecco la guida di Ohga con tutte le buone pratiche utili per rispettare la natura.
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Francesco Castagna 22 Giugno 2023

"Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare", cantava l'artista romagnolo di Cervia Pietro Focaccia nel lontano 1963. La canzone è entrata nell'immaginario collettivo come un inno alla stagione estiva, ma Pietro Focaccia, che era stato tra le altre cose anche bagnino a Cesenatico, non si sarebbe mai potuto immaginare che le acque del Mar Mediterraneo con il tempo non sono più le stesse.

La causa di questo cambiamento spesso è riconducibile all'azione umana. Oltre alle azioni più impattanti come i viaggi in mare poco sostenibili o l'estrazione di gas, ce la prendiamo spesso con chi sversa rifiuti illegali nelle acque del Belpaese. Possiamo dire che un contributo in negativo sotto quest'ultimo aspetto lo diamo anche noi singoli cittadini. Non è paragonabile alle aziende che sversano in maniera illegale materiali nelle acque del Belpaese, ma di sicuro un impatto importante deriva anche dai prodotti che utilizziamo per difenderci dai raggi ultravioletti: le creme solari e gli abbronzanti.

Se non lo sapevi infatti, i materiali presenti nelle creme più comuni non sono sostenibili per l'ambiente. Ma andiamo con ordine, le protezioni contro i raggi del sole sono di due tipi: organiche (carbonio legato ad altri elementi come idrogeno e ossigeno) e inorganiche (come ossido di titanio o di zinco).

La protezione solare

Per capire meglio come funzionano le creme, devi sapere che ognuna possiede un fattore di protezione (SPF), generalmente quel "Protezione 5,10, 15" etc. che trovi sulle confezioni, che fa riferimento ai raggi UVB, il 5% dei raggi ultravioletti che arrivano sulla superficie terrestre. Sono i raggi che generalmente provocano le famose "scottature". Eppure ciò che spesso viene ignorato è che i raggi solari di cui dovremmo preoccuparci maggiormente non sono gli UVB, ma gli UVA, ovvero quelli che penetrano nel profondo e possono provocare l'invecchiamento della pelle e, nei casi più rari, tumori. Quando pensate quindi che siete abbastanza abbronzati da potervi permettere di non mettervi la crema state sbagliando. La crema deve essere applicata sempre, generalmente mezz'ora prima di farsi il bagno per far sì che non si disperda troppo in acqua.

I danni ambientali

Diversi studi hanno certificato il danno ambientale generato da alcuni tipi di creme. Alcuni Paesi (isole Hawaii, i Caraibi, il Messico e Thailandia) ne hanno persino bandito l'uso (per quanto riguarda quelle non sostenibili), perché l'eccessivo utilizzo ha causato la degradazione degli ecosistemi marini. Tra gli studi più citati in materia c'è sicuramente quello condotto nel 2014 da Ecotoxicology, con il quale i ricercatori hanno testimoniato lo sbiancamento e i danni al DNA sui coralli provocati da questo tipo di sostanze. Non solo, perché queste sostanze

Scegli le creme "Ocean e reef friendly" e impara da chi vive il mare

Senza troppi sforzi, oltre a consultare chiaramente un dermatologo per capire quale tipo di crema può essere adatta per la tua pelle, dovremmo imparare a scegliere prodotti di questo tipo da chi il mare lo vive ogni giorno: i surfisti. La World Surf League ogni anno comunica una serie di consigli per vivere il mare nel pieno rispetto dell'ambiente circostante, raccomandando formule water resistent. Ecco una serie di consigli che possiamo darti per abbracciare la sostenibilità anche in questo campo:

  • scegli le confezioni riciclabili, sono sicuramente meno impattanti dei prodotti confezionati in plastica
  • come ti abbiamo anticipato, preferisci le formule water resistent
  • non lasciare prodotti abbandonati in spiaggia