Uluru torna in mano agli aborigeni: da domani la roccia sacra sarà chiusa ai turisti

Oggi, 25 ottobre 2019, entra ufficialmente in vigore il provvedimento che chiuderà definitivamente l’accesso di Uluru ai turisti, impedendo loro di arrampicarsi su una montagna dai nativi considerata sacra. Una vera e propria vittoria, a testimonianza del riconoscimento del valore della cultura aborigena sul suolo australiano.
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Sara Del Dot 25 Ottobre 2019

Se ne sono presi cura per anni, è la loro montagna sacra. Oggi, finalmente, Uluru torna loro e loro soltanto. Il 25 ottobre, infatti, potrebbe essere un giorno come tanti. Ma in Australia, per gli aborigeni Anangu questa giornata rappresenta una vittoria. Una vittoria con cui si è conclusa la lotta durata anni per fare in modo che Uluru, la montagna considerata dai nativi sacra e inviolabile, venisse finalmente chiusa ai turisti.

Difficile non averla mai vista, anche solo in foto. Infatti, se pensi all’Australia probabilmente sono tre le principali cose che ti vengono in mente: i koala, l’Opera House di Sydney e lei, Uluru. Chiamata anche Ayers Rock dal primo visitatore britannico, sebbene non si tratti di una montagna particolarmente alta (circa 348 metri), Uluru rappresenta una delle montagne più famose del mondo. Una celebrità dovuta sicuramente anche all’aura di sacralità che da sempre la circonda.

Erano anni che gli aborigeni australiani lottavano per salvaguardare il monolito. A partire dagli anni Settanta, avevano iniziato a essere portate avanti iniziative di sensibilizzazione per il rispetto del luogo, sacro per i nativi, raccontandone a chi arrivava visitarla la storia e la spiritualità e cercando di dissuadere i turisti dall’arrampicarsi, in segno di rispetto del luogo. Alla fine, meno di due anni fa, finalmente il provvedimento preso dal Parco nazionale australiano Uluru-Kata Tjuta, che ha imposto il divieto di arrampicata su Uluru. Provvedimento che diventerà effettivo proprio domani.

Chi proverà a scalare la montagna, dal 26 ottobre in poi, dovrà pagare una multa di 6.300 dollari australiani (circa 4mila euro) di multa. Quindi, sebbene la notizia dell’inaccessibilità di Uluru abbia provocato negli ultimi mesi la “corsa” alla montagna con un’impennata incredibile (e irrispettosa) del flusso dei turisti “scalatori” e non, d’ora in poi la montagna, che in tutti questi anni non ha mai perso la sua sacralità, sarà solo e soltanto degli aborigeni.