Un albero per ogni neonato: in quali città e regioni si applica la legge che ha istituito i “fiocchi verdi”

Facciamo il punto su una una legge di cui non si parla quasi mai, ma che esiste dal 1992, la legge 113 del 1992, che impone ai Comuni italiani di piantare un nuovo albero per ogni neonato o bambino adottato. Ma è applicata davvero? Vediamo cosa dicono i dati.
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Maria Teresa Gasbarrone 21 Novembre 2023

Forse non la conoscevi, ma esiste una legge italiana, in vigore ormai da 30 anni, che obbliga i Comuni con più di 15mila abitanti a piantare un albero per ogni neonato o bambino adottato. Istituita agli inizi degli anni '90, il suo obiettivo era incrementare le aree verdi cittadine e contrastare il disboscamento.

Si tratta della legge 113 del 1992, la "Cossiga-Andreotti", una norma che per i tempi in cui è stata introdotta vanta un'innegabile portata rivoluzionaria, purtroppo però la sua applicazione negli anni è stata piuttosto affidata al "fai da te" del singolo Comune.

Così in alcune città, o addirittura regioni, nel corso di questi anni la legge ha dato i suoi frutti con migliaia di nuovi alberi piantati. In altre, invece, è finita nel dimenticatoio, oppure, al di là di progetti e proclami, non è stata finanziata con fondi sufficienti per realizzare i risultati prefissati.

Cosa dice la legge

La legge del 1992 è stata modificata con la legge n.10 del 2013, che ha istituito il 21 novembre come "Giornata nazionale degli alberi", collegando direttamente la nascita di bambine e bambini alla piantumazione di nuovi alberi. Le modifiche apportate hanno limitato il campo di applicazione limitando l'obbligo di piantare un nuovo albero per ogni nuovo nato o nata solo ai Comuni con più di 15mila, ma l'ha ampliato anche i bambini adottati in quell'anno. Nella sua versione aggiornata, quindi, la legge stabilisce che i Comuni con più di 15mila abitanti debbano, "entro sei mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente e di ciascun minore adottato, a porre a dimora un albero nel territorio comunale".

Sempre in base a quanto previsto dalla legge, i Comuni sono tenuti a fornire informazioni sul tipo di albero scelto per ogni bambino e sul luogo in cui è stato piantato, e dovrebbero anche realizzare un censimento annuale di tutte le piantumazioni.

In quali regioni e città è applicata

Come anticipato all'inizio, sull'applicazione di questa legge c'è una forte eterogeneità, per cui abbiamo un quadro nazionale molto frammentato, e in parte difficile da ricostruire.

Tuttavia, sappiamo che in questi 30 anni molte città italiane hanno provato ad applicarla, alcune anche con ottimi risultati.

In attuazione della legge del 2013, i capoluoghi di provincia italiani hanno dichiarato la messa a dimora di 80.968 nuovi alberi nel 2020 e di quasi 70mila l’anno successivo. La maggior parte è stata piantata nelle città metropolitana, circa il 70%.

Quasi due terzi dei nuovi alberi ha trovato sede nelle città del nord-ovest.In particolare Milano, con 21.622 alberi piantati nel 2021 e Torino, con 20.832.

Al terzo posto c'è Roma con 2.895 piantumazioni dichiarate per il 2021. Seguono Verona, con 2mila nuovi alberi, Cagliari (1.690), Reggio Emilia (1.461), Modena (1.413), Forlì (1.200), Monza (1.183) e Trento (1.000). Altri 45 capoluoghi si attestano sotto le mille unità piantate nel corso del 2021, mentre per altri 54 il dato non è disponibile relativamente a quell’anno.

Quali risultati ha prodotto?

In base a quanto stimato da Open Polis, nei capoluoghi italiani, in media, sono presenti 1,1 alberi per ogni residente con meno di 18 anni. Parliamo quindi di 2.966.307 alberi complessivamente conteggiati nel catasto delle alberature effettuato dalle città, a fronte dei circa 2,7 milioni di bambini e ragazzi che vivono nei capoluoghi.

In altri 42 capoluoghi sono meno di uno gli alberi presenti per ciascun minore residente. Ovvero il 38% delle città italiane, con una quota molto differenziata tra le aree del paese. Non raggiungono la soglia di un albero per minore oltre il 40% delle città dell’Italia centrale, meridionale e insulare, il 32% delle città del nord-ovest e il 18% di quelle del nord-est. Invece per 13 comuni, di cui 7 del sud e 3 delle isole, l’informazione sul numero di alberi non è risultata disponibile.

Fonte | Openpolis