Un bambino su tre nel mondo è avvelenato dal piombo: i risultati di uno studio dell’Unicef

800 milioni di bambini su tutto il Pianeta sono a rischio avvelenamento da piombo. Un avvelenamento che potrebbe compromettere la loro crescita e quindi il loro futuro. Sono i risultati di uno studio condotto da Unicef e Pure Earth che solleva l’attenzione nei confronti di un problema invisibile eppure estremamente pericoloso e attuale.
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Sara Del Dot 1 Agosto 2020

Uno su tre, significa un terzo del numero complessivo nel mondo, ovvero circa 800 milioni. È la quantità dei bambini presenti sul Pianeta che hanno nel proprio organismo livelli di piombo che potrebbero comprometterne la salute. A dirlo è un rapporto, il primo di questo genere, chiamato The Toxic Truth, realizzato da Unicef in collaborazione con l’associazione Pure Earth. Secondo i dati pubblicati in questo studio, quindi, un bambino su tre nel mondo presenta nel sangue 5 microgrammi di piombo per decilitro. Una cifra che potrebbe danneggiare la sua salute in maniera irreparabile.

Il piombo, infatti, è una neurotossina in grado di danneggiare la salute dei bambini a livello cerebrale e mentale, compromettendone lo sviluppo corretto e quindi la loro crescita e il loro futuro. Inoltre, questa sostanza può provocare varie problematiche cardiovascolari e respiratorie. Un costo sanitario, ma anche economico che impedisce ai futuri cittadini di sviluppare capacità e competenze in grado di portare valore ai luoghi in cui vivono.

Gran parte dei bambini sottoposti a questo rischio vive in zone in via di sviluppo, principalmente nell’Asia meridionale, ma anche in Italia il problema esiste. Nel nostro paese si parla di una media di 160.862 bambini con 5 microgrammi di piombo per decilitro di sangue, mentre 20.963 ne hanno oltre 10 microgrammi per decilitro.

Le cause sono diverse: dall’acqua potabile in tubi di piombo, al riciclaggio scorretto di batterie di piombo acido, pigmenti, pittura, benzina e tantissime altre circostanze con cui ciascuno di noi può trovarsi ad avere a che fare, maggiormente nei paesi dotati di minore tutela e regolamentazione.

In ogni caso, questo report rappresenta un ottimo punto di partenza per iniziare a cambiare le cose, tutelando i cittadini del futuro che, un futuro, potrebbero vederselo togliere a causa di cattive pratiche e scarsa attenzione.

Fonte | Unicef