Staminali per combattere paralisi e disabilità permanenti. Le ambizioni e le speranze contenute in queste parole hanno trovato una prima, concretissima, forma pratica.
Il merito va a un innovativo dispositivo biocompatibile capace di stimolare elettricamente un gruppo di cellule staminali trapiantate nell’organismo di un paziente e spingere e a ricostruire e rigenerare il midollo spinale lesionato.
Il progetto ha coinvolto l’ENEA ma anche Sapienza Università di Roma e altri partner europei e si basa su una struttura elettrificata e completamente flessibile che si adatta alla curvatura del midollo spinale grazie all’impiego di un metallo poroso che consente di mantenere attiva e funzionante la conducibilità elettrica anche quando in condizioni di stress, come potrebbe essere una piegatura o una deformazione.
In pratica, l’idea è quella di infondere nell’organismo di un paziente una concentrazione di cellule staminali e, successivamente, applicare il dispositivo per stimolare quest’ultime con impulsi elettrici affinché si differenzino in nuovi neuroni e ripararono il midollo spinale danneggiato.
Claudia Consales, ricercatrice ENEA della Divisione Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute e coordinatrice del progetto, ha poi spiegato che la flessibilità unita alla capacità di rilasciare correnti a diverse intensità e durata rende il dispositivo estremamente utile in quei casi in cui serve un’elevata precisione e adattabilità.
Il riferimento è al trattamento di patologie neurologiche, il controllo del dolore o il monitoraggio dei segnali bioelettrici del corpo: tutte condizioni per le quali la stimolazione elettrica si è dimostrata efficace.
Per ora lo scaffold elettrificato è in una fase di test sia su cellule staminali coltivate in vitro sia in un modello in vivo di lesione del midollo spinale. “Gli esperimenti che stiamo conducendo sono basati su un approccio estremamente multidisciplinare dei partner e i risultati preliminari sembrano incoraggianti”, ha concluso Claudia Consales.
Fonte | Enea