
L’amore per la natura e per l’ambiente cammina spesso a braccetto con quello per l’essere umano e il suo benessere. Una testimonianza di questo connubio ora più che mai necessario è l’iniziativa, promossa da un gruppo di appassionati di immersioni, in cui alla lotta per l’inquinamento si unisce quella contro il Coronavirus. Due enormi problemi del nostro tempo la cui lotta, abbiamo capito, può facilmente avere dei punti in comune.
Questo gruppo di subacquei professionali ha deciso quindi di pulire il mare che amano e allo stesso tempo salvaguardare la salute delle persone realizzando mascherine riutilizzabili protettive contro il Covid-19 a partire dal riciclo della plastica che ogni giorno inquina le acque in cui si immergono.
Così, nascono le mascherine sostenibili in plastica riciclata, riutilizzabili e personalizzate con temi che richiamano il mare, create dal PADI, Professional Association of Diving Instructors in collaborazione con un marchio di abiti sportivi sostenibili, Rash’R.
Disponibili inizialmente in pre-ordinazione, le mascherine che aiutano il mare hanno avuto da subito un enorme successo, arrivando a 15.000 pre-ordini, contribuendo a togliere dal mare circa 1.267 libbre di rifiuti plastici, l’equivalente di circa 700 kg. Ora, questi dispositivi inizieranno a essere prodotti e distribuiti, al costo di 20,40 dollari e consegnati accompagnati da cinque filtri intercambiabili che ne consentono il riutilizzo.
Tutto questo, poi, viene fatto dall’associazione a titolo volontario. Come ha dichiarato alla CNN la vice presidentessa del settore marketing di PADI, Lisa Nicklin, loro hanno scelto di agire per aiutare la gente e il mare, non per ricavare profitto.