Un nuovo report della FAO dovrebbe allarmare ognuno di noi: “Gli shock climatici spingeranno milioni di persone sull’orlo del baratro”

C’è una situazione emergenziale alla quale dobbiamo porre subito rimedio, purtroppo la FAO e il PAM ci mettono di fronte a un’amara realtà. Un nuovo rapporto mostra come 20 punti del mondo se non agiremo subito saranno a rischio carestia tra giugno e settembre di quest’anno. Ecco cosa succede.
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Francesco Castagna 8 Giugno 2022

Capita spesso di leggere notizie su eventi climatici estremi, ma la nostra mente tende solitamente a considerarli come singoli episodi, non collegati tra di loro. Purtroppo non è così, ogni record di temperatura, ogni ciclone, ogni maremoto fa parte di un quadro più complesso. La risposta già la conosci da molto tempo: il cambiamento climatico.

Senza fare catastrofismi, perché tutto ciò che accade è visibile all'occhio umano, questa volta la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) hanno presentato un report preoccupante.

Con il rapporto ‘Hunger Hotspots – FAO-WFP early warnings on acute food insecurity’ le due associazioni ci mettono in guardia sulla situazione che stiamo vivendo, causata da guerre, shock climatici, dalle conseguenze della pandemia COVID-19 e "dai massicci oneri del debito pubblico, esacerbati dagli effetti a catena della guerra in Ucraina, che ha spinto i prezzi dei generi alimentari e dei carburanti ad accelerare in molte nazioni del mondo".

Siamo preoccupati per l'impatto di varie crisi che mettono a rischio la capacità di produrre e di accedere al cibo

QU Dongyu Direttore Generale della FAO

Con questo report, FAO e PAM hanno lanciato una call to action per agire nel minor tempo possibile ed evitare che 20 punti caldi (ovvero delle zone che la FAO e il PAM considerano a rischio emergenza alimentare, climatica e umanitaria) finiscano sotto la morsa della fame, per questo motivo c'è bisogno di fornire mezzi di sussistenza per salvare vite umane e prevenire nuove carestie in un periodo di previsione che va da giugno a settembre 2022.

Il rapporto avverte che diversi eventi climatici in più parti del mondo stanno sovra-stressando le economie e le società in tutto il mondo e che potrebbero durare ancora per anni. Ne è un esempio la Niña, una serie di anomalie della temperatura e dei venti nell'Oceano Pacifico, che dal 2020 influisce sulle condizioni meteorologiche di tutto il mondo. Secondo la FAO e il PAM queste anomalie continueranno per tutto il 2022.

Le due organizzazioni hanno previsto delle azioni preventive per ogni zona a rischio (dei 20 punti caldi individuati) e hanno assegnato a ognuno di questi luoghi un grado di emergenza. A grandi linee, zone come la Repubblica Centrafricana, nel Sahel centrale, nelle province orientali della Repubblica Democratica del Congo, nell'Etiopia settentrionale, nella Nigeria settentrionale, nel Mozambico settentrionale, nel Myanmar, nel Sudan, nel Sud Sudan e nello Yemen saranno minacciate da violenze organizzate e situazioni di conflitto, che ridurranno l'accesso al cibo e alle attività agricole alle popolazioni locali.

Mentre i Paesi del Corno d'Africa, dell'Asia e del Pacifico saranno "ad alto rischio di produzione inferiore alla media e di peggioramento delle condizioni di insicurezza alimentare" a causa delle anomalie dovute alla Niña. La situazione colpirà nello specifico Afghanistan, Repubblica Araba Siriana e Africa orientale.