
Prendi una carta di credito e immaginala dentro il tuo stomaco. Ti sembrerà impossibile e assurdo, eppure ogni settimana è come se te ne mangiassi una intera. Che, naturalmente, non puoi utilizzare per fare shopping.
Questa bizzarra eppure estremamente preoccupante notizia non è altro che il risultato di un enorme studio commissionato dal WWF e condotto dai ricercatori dell’Università di New Castle, in Australia, dal nome “No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People”. Secondo quanto emerso, gli esseri umani ingeriscono in media 2000 pezzetti di microplastica ogni settimana, quantificabili in circa cinque grammi a settimana, l’equivalente di una carta di credito. 250 ogni anno.
E come ci arrivano a noi tutti questi pezzettini di plastica? Da qualunque nostra attività. Li assimiliamo mentre mangiamo, mentre beviamo e addirittura mentre respiriamo. Perché, dall’inquinamento da plastica, non si salva niente e nessuno. Dallo studio, infatti, è emergo che minuscoli frammenti di polietilene sono reperibili in alimenti comuni come gamberetti, sale e birra, anche se la maggior parte è risultata contenuta nell’acqua potabile.
A questo punto è normale che tu ti chieda: tutta questa plastica che effetti avrà sulla mia salute? Purtroppo le conseguenze dell’ingestione della plastica sulla salute degli esseri umano non sono ancora chiare. Certo è che diversi tipi di questo materiale contengono nella loro composizione sostanze potenzialmente tossiche che potrebbero avere effetti a lungo termine anche gravi sulla fertilità, sulle vie respiratorie e provocare l’insorgenza di forme tumorali. Tuttavia, studi specifici sono ancora in corso per comprendere al meglio le conseguenze di questo inquinamento da cui pare non esserci scampo.
Fonte | No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People, pubblicato il 12 giugno 2019