Una catena umana in Liguria per dire no alla nave rigassificatrice Golar Tundra

Un’insolita catena umana è stata creata nel pomeriggio di domenica 10 settembre a Vado Ligure. I cittadini sono scesi in spiaggia per chiedere alla Regione di bloccare la realizzazione del rigassificatore a una distanza, a loro detta, minima dal mare.
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Francesco Castagna 11 Settembre 2023

Si sente spesso dire che le persone non scendono mai per strada per protestare per l'ambiente, che a farlo sono quasi sempre i più giovani e che il più delle volte non si fa altro che urlare qualche slogan. Quello che è successo domenica tra la spiaggia di Spotorno e quella di Savona è la dimostrazione del fatto che le cose non stanno per niente così.

Un vasto gruppo di persone si è messo d'accordo e domenica 10 agosto ha formato una delle catene umani più estese che siano state mai realizzate in Italia. 16mila persone circa per dire non alla nave rigassificatrice Golar Tundra, che dovrebbe spostarsi da Piombino a Vado Ligure, nei pressi del lungomare di Savona. Il presidente della Regione Liguria Toti aveva definito l'opera "strategica", dando dei "terrapiattisti" agli oppositori del rigassificatore.

In tutta risposta non solo le associazioni e i comitati, ma anche i sindaci hanno chiesto a Giovanni Toti di mettere da parte gli insulti e di aprire un dialogo con la cittadinanza. Tra questi anche il sindaco di Savona, Marco Russo, che sui suoi social ha scritto: "Il fatto che ieri 16mila “terrapiattisti” si siano riuniti in una grande manifestazione per difendere il loro arenile testimonia che il tema è molto sentito e che i savonesi considerano la spiaggia come elemento fondamentale".

Dopo essere venuto a conoscenza dell'azione di protesta, il presidente di Regione Liguria ha risposto: "Prendiamo atto della manifestazione di protesta che si è svolta sulle spiagge tra Savona e Bergeggi. Massimo rispetto per i cittadini; meno per chi, esclusivamente per sterile polemica politica finalizzata a raggranellare qualche voto, paventa rischi inesistenti, alimentando le paure dei residenti". Da quel che emerge dalle richieste delle associazioni e delle amministrazioni locali, chi si dice contrario al rigassificatore non lo fa in maniera aprioristica, ma chiede al presidente di Regione chiarimenti:

  • Perché non spiega come mai la nave a detta della stessa Snam ha difficoltà a operare in mare aperto?
  • Perché non spiega come mai gli altri rigassificatori in Italia sono molto più distanti dalla costa?
  • Perché non spiega come mai le distanze di sicurezza dal rigassificatore di Livorno sono così rigorose, mentre qui non potranno esserlo?
  • Perché non spiega come mai ha escluso dalla conferenza dei servizi Savona, che è il Comune più vicino al rigassificatore?

Sono questi i quesiti a cui Toti finora non avrebbe risposto nelle vesti di Commissario speciale per l'esercizio del rigassificatore. Uno stallo causato da incomprensioni, ma siamo di fronte a un caso di effetto NIMBY? Sembrerebbe di no, anche se Toti ne è convinto. A quanto pare i cittadini e i sindaci vorrebbero essere più coinvolti nelle discussioni che si tengono al tavolo tecnico dedicato all'opera.

Credits foto: Gruppo FB FERMIAMO IL MOSTRO DEL GAS DAVANTI A SAVONA!