
Se fino a qualche tempo fa la crisi climatica veniva liquidata da molti come qualcosa di astratto e lontano, oggi le sue conseguenze sono più reali che mai. Lo stanno vivendo sulla loro pelle gli abitanti di uno dei posti più belli al mondo, Koh Samui, la seconda isola più grande della Thailandia. Tra cambiamento climatico e boom di turisti, questo paradiso terrestre rischia infatti di rimanere senza acqua potabile a breve. Non parliamo di anni, e nemmeno di mesi, ma di giorni. Trenta, per l'esattezza.
A lanciare l'allarme sono state le autorità locali, a lavoro per affrontare la carenza d'acqua che da mesi lascia spesso i rubinetti delle case e dei tanti resort a secco: per evitare il peggio, ovvero che l'isola diventi una "zona disastrata", i residenti sono stati invitati a usare l'acqua con parsimonia.
Sutham Samthong, vicesindaco di Koh Samui, ha dichiarato che l'acqua attualmente utilizzata viene portata da altre aree e da serbatoi privati per essere distribuita al pubblico. Stando così le cose, ha detto, con una gestione attenta, l'isola possa superare i prossimi due mesi, dopo i quali è prevista la pioggia.
Ma come si è arrivati a questo punto? A far finire in rosso le riserve d'acqua potabile nell'isola hanno contribuito diversi fattori. Da una parte la crisi climatica, con la grave mancanza di pioggia degli ultimi tempi, dall'altra il boom di turismi, che da tutto il mondo hanno ripreso ad arrivare dopo la fine delle restrizioni imposte dal Covid-19.
Non si tratta solo della quantità d'acqua consumata dalle singole persone, ma anche dalle risorse idriche impiegate dalle strutture ricettive, come, ad esempio, i litri e litri necessari per riempiere le tante piscine di hotel e resort di lusso.
In realtà, quello della mancanza di acqua dolce non è un problema completamente nuovo per l'isola, ma di solito si verifica nel periodo di secca, ovvero tra marzo e maggio. Adesso, invece, le cose sembrano nettamente peggiorate, e a far temere per il peggio si è aggiunto l'arrivo di El Niño, che si pensa, associato a una diminuzione delle piogge, possa provocare una carenza più grave.
La situazione si sta ritorcendo anche contro gli stessi imprenditori del turismo, costretti a utilizzare l'acqua potabile acquistata da fuori.
Ratchaporn Poolsawadee, presidente dell'Associazione Turistica di Koh Samui, ha affermato, come si legge sul Guardian, che invece di beneficiare di una ripresa degli arrivi turistici quest'anno, le aziende sono costrette a utilizzare i loro profitti per acquistare acqua. Non solo questo è costoso, ma le forniture sono anche scarse, ha aggiunto.
I problemi non sono solo di tipo economico, ma anche organizzativo: quando stanno per finire le scorte, ha spiegato Poolsawadee, tutti tendono a volerla riacquistare nello stesso momento, ma questo implica il rischio che non ce ne sia abbastanza per tutti.