Una mansarda, quattro panterine e tanto amore: ecco come Grazia è diventata una famiglia foster

Muffin, Pepita, Nutella e Mirtilla sono i quattro gattini neri che sono stati affidati alla famiglia foster di Grazia, che ha aderito al progetto Miciotata dell’associazione Amico Gatto. Un’esperienza unica nel suo genere, che Grazia sembra pronta a ripetere ora che le panterine sono state adottate. Ma in arrivo ci sono già Mamma Seta e il suo cucciolo.
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Gaia Cortese 5 Luglio 2020

Una famiglia foster è una famiglia che accoglie nella propria casa un animale per prendersene cura fino alla sua adozione. Il termine fostering deriva dalla cultura anglosassone e si riferisce proprio al prendersi cura in genere di un bambino, per un periodo limitato di tempo, senza esserne in alcun modo imparentato.

Recentemente l’associazione Amico Gatto onlus ha lanciato il Progetto MICIOTATA, che altro non è che una rete di famiglie foster, opportunamente selezionate, disponibili ad accogliere nelle loro case gatti domestici abbandonati, cuccioli e adulti, sani o malati, recuperati e salvati dall’associazione. L’obiettivo è quello di fare loro vivere un’esperienza positiva, in famiglia, finalizzata all’adozione definitiva.

“La famiglia foster non è la famiglia adottante, ma quella affidataria che si prende cura del gatto e lo prepara a una futura vita in famiglia – spiega Antonella Moioli, responsabile del Progetto MICIOTATA con Elena Zummo e Alessandra Crippa -. I gatti che recuperiamo sono in difficoltà per vari motivi, orfani o abbandonati, talvolta con patologie croniche. Sono animali domestici, ma spesso arrivano da un periodo in strada, o da situazioni di disagio. Non sono abituati a una vita serena in una famiglia umana. Banalmente un semplice aspirapolvere, che è di uso ordinario in una casa, può spaventare molto un gatto non abituato ai rumori. La famiglia foster ha il compito di far vivere al gatto cosa significhi vivere in una casa e relazionarsi positivamente con gli umani perché possa poi essere adottato al meglio”.

“La famiglia foster non è abbandonata a se stessa in questo compito, ma può contare tramite l'associazione, sui veterinari che collaborano con noi; le spese veterinarie, infatti, sono a carico di Amico Gatto, così come tutto il necessario per il gatto, dalla cuccia al tiragraffi – continua Antonella -. Se vuole, la famiglia foster può partecipare alle spese, ma è un atto volontario: la cosa più importante è l’impegno consapevole nell’accudire gli animali e nella preparazione per una famiglia futura. Le famiglie foster hanno un ruolo molto importante nell’iter di adozione. Solo la convivenza con l’animale permette di conoscerne al meglio le caratteristiche, dalle abitudini al carattere” indirizzando poi la scelta della famiglia per sempre".

Grazia, suo marito e il figlio Matteo, 11 anni, sono una famiglia Foster. Nelle ultime settimane si sono presi cura di quattro gattini che sono appena stati adottati.

Come sei venuta a conoscenza del progetto MICIOTATA?

Attraverso i social. Qualche mese fa ho iniziato a notare diversi post di varie associazioni che seguo; c'erano tanti annunci di gattini abbandonati per cui erano ricercate delle tate; siccome già in passato mi ero offerta per un’adozione a distanza di un gatto per l’Enpa, volevo fare ancora qualcosa e una cara amica mi ha messo in contatto con Antonella di Amico Gatto Onlus.

Come è stato l’incontro con l’associazione e come avete scelto i gatti?

C’è stata una prima conoscenza telefonica con Antonella, ci siamo poi incontrate di persona e mi ha portato a vedere l'attuale struttura dell’associazione. In realtà i gatti non si scelgono, ma vengono assegnati alle varie Miciotate a seconda delle loro caratteristiche. Io per esempio lavoro mezza giornata e non posso prendermi cura di gattini che devono essere allattati ogni due ore. Così mi sono stati affidati quattro gattini di 60 giorni di vita, che dovevano essere divisi dalla mamma per essere svezzati, fino a quando Elena, la referente delle adozioni dell’associazione, non avrebbe provveduto a farli adottare.

Avete incontrato delle difficoltà a prendervene cura?

Ho già due gatte di proprietà, ma una casa su due livelli. Questo mi ha permesso di tenere i quattro gattini separati dalle mie due gatte. Ho messo a loro disposizione la mansarda, ho acquistato dei recinti per cuccioli e ho fornito loro tutto quello di cui avevano bisogno: lettiera, ciotole per l’acqua e per il cibo. In questo modo hanno potuto abituarsi poco a poco all’ambiente domestico, visto che prima vivevano in una fattoria all’aperto. Dopo un primo ambientamento, quando ho visto che erano a loro agio e che giocavano tanto tra di loro, li ho lasciati liberi di muoversi, ma sempre in mansarda.

Non hanno quindi avuto contatti con gli altri due gatti?

No, perché i gatti di questo tipo devono completare il proprio iter sanitario e fare le vaccinazioni obbligatorie; bisogna prima assicurarsi che siano in buona salute.

Come sarà ora separarvene?

Elena ha trovato delle adozioni meravigliose: Muffin e Pepita andranno in adozione insieme nella stessa famiglia; Nutella (futura Zucchina) andrà in una famiglia dove c’è già un altro gattino della stessa età; Mirtilla, la più dolce dei quattro, andrà in una famiglia che ha già un cane disabile e una gatta dal carattere molto socievole.

Separarsene sarà tremendo. Prima di adottare le mie due gatte ero abbastanza indifferente al mondo felino. Ho sempre avuto solo criceti, non ho mai avuto modo di curare un animale domestico e pensavo che come avrei avuto la possibilità di farlo, avrei preso un cane, che vedevo più adatto alla mia indole. Quando invece mi sono state proposte delle gattine da prendere, c’è stata come una scintilla e da lì la gattara che c’era in me è venuta fuori. A queste quattro piccole pesti ormai voglio un bene dell’anima, ma sono consapevole che non potrei tenerle segregate in mansarda.

Mi mancheranno moltissimo le feste che mi fanno ogni volta che le raggiungevo in mansarda, quando le riconoscevo una ad una: Muffin si faceva riconoscere con qualche leccatina, Mirtilla invece dava le testate.

Come ha vissuto questa esperienza tuo figlio Matteo?

Matteo mi ha aiutato moltissimo ed è stato coinvolto tanto. Quando gliene ho parlato, era entusiasta. Secondo me è giusto che impari a capire che non ci sono tutte gatte fortunate come le nostre; oltretutto attraverso questa esperienza ha imparato quanto sia importante prendersi cura degli altri.

Siete pronti a ripetere questa esperienza? E la consigliereste?

Siamo già stati prenotati per altri due gatti che arriveranno lunedì: mamma Seta e il suo cucciolo. Seta è una gatta domestica che è stata ceduta per motivi famigliari, ma non sappiamo ancora come sta a livello di salute. Prima di portarli a casa, faranno un controllo dal veterinario convenzionato con l'associazione e poi li porteremo a casa. Oltretutto, Elena sembra già aver trovato una famiglia disposta ad adottarli.

Perché avete deciso di diventare una famiglia foster?

Sapere che ho potuto dare una mano a dei gatti che, senza l’intervento dell’associazione, sarebbero probabilmente finiti male, mi fa stare bene. Mi riempie di gioia vederli crescere in sicurezza per il tempo che li abbiamo in custodia e sapere che andranno in famiglie che li ameranno e li tratteranno bene.