Una nuova centrale a metano potrebbe sorgere presto sul lago di Cavazzo, in provincia di Udine. Ma Fridays for Future e altri comitati locali si oppongono

Il progetto di una nuova centrale a metano nei pressi del lago di Cavazzo, nella regione friulana della Carnia, sta sollevando l’opposizione di parte della popolazione locale. Vengono sottolineati i rischi per la qualità dell’aria e per la tutela del suggestivo paesaggio della regione. Abbiamo intervistato un esponente di Fridays for Future – Carnia per capire le ragioni della mobilitazione.
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Michele Mastandrea 16 Aprile 2022

L'Oleodotto Transalpino, devi sapere, è un'infrastruttura energetica che collega il porto di Trieste all'Europa Centrale, sostenendo i consumi di petrolio di Italia, Austria e Germania. Nel suo percorso italiano, attraversa anche la bellissima regione friulana della Carnia, nota per le sue montagne e le sue valli. E proprio in Carnia c'è un progetto legato all'oleodotto che ha suscitato dibattito nella comunità locale.

La società che gestisce la parte italiana dell'Oleodotto, la Siop, vorrebbe infatti costruire una centrale a metano, composta da due generatori, per alimentare una stazione di pompaggio dell'impianto a Somplago, frazione del comune di Cavazzo Carnico. La centrale verrebbe realizzata nei pressi del lago di Cavazzo, noto anche con il nome di ‘lago dei Tre Comuni', uno degli elementi naturalistici che dà lustro alla zona.

I dubbi della popolazione

Una scelta che ha subito trovato l'opposizione di parte della popolazione locale. In primis quella del Comitato di tutela delle acque del Bacino montano del Tagliamento, che si è espresso in senso negativo sull'opera. Ma non solo. "Sarebbe un disastro sul piano ecologico perché andrebbe a aumentare l'inquinamento nell'area circostante", ci spiega Giacomo Genovese, attivistadi Fridays for Future Carnia. Diciottenne, ultimo anno di liceo, Genovese parla di "un'opera anacronistica, che avrebbe un impatto ecologico pesante, anche sul piano della salute e su quello paesaggistico".

L'opera, inoltre, "rischia di danneggiare il potenziale turistico dell'area. Questa centrale a metano viene percepita come una sorta di prevaricazione, dato che la popolazione non è stata coinvolta nel processo decisionale", spiega Genovese, residente a Tolmezzo (provincia di Udine), uno dei principali centri della zona. Aggiunge che "la qualità dell'aria ne risentirebbe. Già a Tolmezzo abbiamo il generatore che alimenta una cartiera".

I rischi per la qualità dell'aria

Il livello di inquinamento atmosferico nella regione attualmente è basso, puntualizza Genovese, "ma questa nuova centrale potrebbe peggiorare la situazione". Secondo le stime del Comitato di tutela delle acque del bacino del Tagliamento, la centrale potrebbe produrre infatti fino a 170 tonnellate annue di gas tossici.

Va poi sottolineato, spiega Genovese, che il lago di Cavazzo "è già in pessimo stato a causa dello scarico delle acque reflue della vicina centrale idroelettrica". Esiste infatti, sempre a Somplago, un impianto idroelettrico "le cui attività andrebbero gestite meglio. Non si può pensare di aggiungervi altri impianti inquinanti legati al fossile". Attualmente, l'oleodotto riceve energia per il pompaggio del petrolio proprio dalla centrale idroelettrica: il cui ruolo dovrebbe essere preso dalla nuova centrale a metano.

L'autorizzazione per la nuova installazione è stata richiesta il 24 dicembre 2021, e sono numerosi gli enti che devono esprimersi in materia. Regione, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dei Beni Culturali, Ministero dell’Interno, ma anche Agenzia delle dogane, Comune di Cavazzo, Arpa e Terna. Nelle scorse settimane Fridays for Future ha organizzato una campagna di sensibilizzazione sul tema, tramite un mailbombing. Sono state inviate più di 14mila email alle principali personalità politiche della Regione, a senatori e deputati friulani, ma anche alle Arpa regionali. Obiettivo, raccogliere più prese di posizione possibili contrarie all'opera.

"Noi speriamo che il progetto venga accantonato. Il comitato per la tutela delle acque del Tagliamento punta a far partire a breve alcune assemblee, ieri intanto abbiamo fatto una piccola iniziativa insieme ai rappresentanti delle scuole locali", sottolinea Genovese, citando il sit-in messo in campo mercoledì scorso nella piazza centrale di Tolmezzo. "L'idea per il futuro è però far qualcosa di più grande, perché le associazioni hanno molto interesse in questa battaglia. Se riusciremo a bloccare questo scempio sarà solo perché avremo fatto rete", conclude Genovese.