Una startup ha scoperto e utilizzato una tecnologia che potrebbe riscrivere in futuro il modo in cui produciamo il cibo, abbattendo in maniera veramente consistente le emissioni. Tutto è partito da una domanda: "Non possiamo semplicemente mangiare i combustibili fossili?". Terribile, disgustosa, impensabile, eppure è la speranza di diversi scienziati che stanno studiando da tempo come ridurre al minimo l'impatto dei nostri sistemi alimentari sull'ambiente. E alcuni di essi ci stanno riuscendo.

"Oggi abbiamo fondato un'azienda, Savor, che sta commercializzando la produzione di grassi senza agricoltura. I grassi che produciamo alla Savor possono essere prodotti da combustibili fossili come il gas naturale o dalla CO2 catturata e dall'idrogeno verde; quest'ultimo avrebbe emissioni nette inferiori rispetto ai grassi derivati dal gas naturale, ma solo in cambio di un costo maggiore", ha spiegato Kathleen Alexander, co-founder della startup Savor e ricercatore.

Ma cosa è riuscito a fare insieme al suo team? Alexander è riuscito a creare del burro dai combustibili fossili e a dargli un colore giallastro aggiungendo del beta-carotene. Lo hanno fatto grazie un processo attraverso cui sono partiti da una fonte di carbonio, come in questo caso l'anidride carbonica, e successivamente hanno utilizzato una parte di calore e una di idrogeno, in modo tale da formare catene che vengono poi miscelate con l'ossigeno dell'aria.

In questo modo la startup è riuscita a ottenere ingredienti ricchi e deliziosi, senza dover far soffrire gli animali, le piantagioni di palme, le sostanze chimiche pericolose. Per la sua portata, il progetto è riuscito ad attirare nel tempo anche l'attenzione di Bill Gates, che in un video ha infatti commentato come il burro che ha assaggiato fosse così buono da non poter credere al fatto che non fosse di origine animale.