Una valanga a Zermatt provoca 3 morti e un ferito: ecco in che modo siccità e precipitazioni cambieranno le Alpi

Ancora incidenti sugli impianti da neve. Questa volta in Svizzera, dove una valanga ha causato la morte di tre persone e un ferito. Quale sarà la situazione in merito ai rischi da valanghe nei prossimi anni? L’Istituto svizzero per lo studio della neve e delle valanghe afferma che questi fenomeni saranno in aumento.
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Francesco Castagna 2 Aprile 2024

Nella Svizzera occidentale, a Zermatt, si trova una rinomata stazione invernale del Canton Vallese. È lì che il 1° aprile si è verificata una valanga che ha portato alla morte di tre persone e un ferito. Sul posto è intervenuta tempestivamente la polizia cantonale del Vallese che, come segnalato dalle forze dell'ordine su X, ha sospeso le ricerche nella serata del giorno di Pasquetta.

Sono 14 le persone che finora hanno perso la vita a causa delle valanghe, secondo quanto emerge dal rapporto dell'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) sullo stato della neve in montagna nel 2023. Un numero inferiore rispetto alla media, se si considerano gli incidenti con conseguenze, ma superiore agli anni passati per quanto riguarda i casi senza ripercussioni sulla società o sull'ambiente. Le valanghe stanno aumentando di numero. Ciò accade perché, spiegano i tecnici del rapporto, "alle quote di bassa e media montagna era presente nettamente meno neve rispetto alla media pluriennale".

Nell'SLF lavorano circa 140 collaboratori, che giornalmente analizzano la situazione dello stato delle montagne svizzere e dei loro ghiacciai. La situazione osservata negli ultimi anni è una continua presenza di neve in un mondo che si sta riscaldando, ma come si conciliano due fenomeni che apparentemente sembrano discordanti? A spiegarlo è il climatologo dell'SLF Christoph Marty, che in un'intervista ha spiegato come i due avvenimenti in realtà siano correlati tra loro: "Il cambiamento climatico aumenta notevolmente la probabilità che le masse d'aria siano più calde rispetto al passato. Se oggi una massa d'aria più calda proviene da sud-ovest, è di due gradi più calda rispetto all'epoca preindustriale, il che fa un'enorme differenza per la neve, che reagisce in modo estremamente sensibile a temperature superiori a zero gradi".

E quindi cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Marty ritiene che: "Non si prospetta nulla di buono per le altitudini fino a 1500 metri. Non sto dicendo che ogni anno futuro sarà meno nevoso del precedente, ma più guardiamo al futuro, meno neve ci sarà".

Qual è il legame tra il riscaldamento globale e le valanghe

La correlazione tra gli effetti dei cambiamenti climatici e il numero di valanghe in un anno non è così banale. Alcuni studiosi ritengono che a diminuire saranno quelle più "comuni", che si sono sempre verificate nel corso dei secoli, ma allo stesso tempo aumenteranno in media le valanghe più grosse, che generalmente creano danni alle strutture, alle persone e agli animali. Ma è sul portale dell'SLF che troviamo la risposta alla nostra domanda.

"La situazione particolare della quantità di neve crea anche condizioni e pericoli particolari per quanto riguarda le valanghe?", si chiedono i ricercatori dell'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe. La verità, come sempre, si trova a metà. Sostanzialmente gli studiosi hanno spiegato che: "Negli ultimi 20 anni, la fase in cui le valanghe di neve bagnata rappresentano un pericolo si è spostata in avanti in media di tre settimane. Questa tendenza continuerà, per cui in futuro il massimo delle valanghe di neve bagnata sarà a marzo e non più a maggio come in passato. Tuttavia, l'SLF non prevede una diminuzione del pericolo generale di valanghe per i prossimi anni. Potrebbe addirittura aumentare, soprattutto ad alta quota".

Fonte| SLF; Nature;

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