Un’ecotassa sui biglietti aerei: la mossa del governo francese contro l’inquinamento

A partire dall’anno prossimo i voli che partono dalla Francia avranno un sovrapprezzo che varia da un euro e mezzo per le classi economiche ai 18 euro di un volo intercontinentale in business. Il governo transalpino punta a racimolare almeno 180 milioni di euro all’anno da investire in trasporti più ecosostenibili.
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Federico Turrisi 16 Luglio 2019

Viaggiare per il mondo è una delle attività più belle che tu possa fare. Viaggiare con l'aereo però è molto inquinante e ha un costo per l'ambiente non irrilevante. Secondo l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite, infatti, attualmente il 2% delle emissioni di CO2 dovute alle attività umane è causato dal traffico aereo.

Per contrastare l'inquinamento atmosferico dovuto ai voli, il governo francese ha deciso di introdurre a partire dal 2020 una nuova ecotassa che in sostanza farà alzare i prezzi dei biglietti aerei. Di quanto? L’imposta varierà da 1,5 euro per i voli economy interni o con destinazioni all'interno dell'Unione Europea a 9 euro per i voli business, fino a 18 euro per i voli business intercontinentali. Le uniche eccezioni sono previste per i voli per la Corsica e per i territori francesi oltremare. Saranno poi esclusi dagli aumenti tutti i voli in arrivo in Francia o che transitano dal suolo transalpino.

Il piano del governo francese è quello di raccogliere circa 180 milioni di euro all'anno che – stando a quanto annunciato dalla ministra francese dei trasporti Elisabeth Borne – verrano investiti per sostenere sistemi di mobilità più sostenibili dal punto di vista ambientale e potenziare la rete stradale e, soprattutto, ferroviaria.

Non mancano i malumori delle compagnie aeree e dei viaggiatori. Di certo, se teniamo come stella polare la tutela dell'ambiente, questa misura va nella direzione giusta, azionando una sorta di meccanismo di compensazione di fronte alle emissioni inquinanti degli aerei, soprattutto di quelli che percorrono lunghe distanze. Chissà che cosa ne pensa il governo italiano.