Donald Trump ha vinto. È ora il più grande ostacolo a un pianeta sicuro e pulito? Vediamo.

Le promesse ambientali di Trump

In campagna elettorale, Trump ha promesso di togliere centinaia delle regolamentazioni che impediscono alle aziende di inquinare acqua e aria, replicando quanto fatto all'inizio del suo primo mandato e assicurandosi così il supporto di imprenditori come Elon Musk.

Trump si è detto intenzionato a smantellare l’Agenzia di Protezione dell’Ambiente (EPA) e mettere suoi fedelissimi al posto degli scienziati. Ha poi insinuato che cancellerà le centinaia di miliardi di dollari di incentivi a rinnovabili, batterie e veicoli elettrici, voluti da Biden e Kamala Harris con l'Inflation Reduction Act del 2022 e che stanno creando oggi un boom di economia pulita nel Paese.

Ha promesso di estrarre, all’urlo di “drill, baby drill”, quanti più combustibili fossili possibile. Del resto, per finanziare la sua campagna, The Donald ha chiesto ai grandi produttori di gas, petrolio e carbone 1 miliardo di dollari. E qualcosa dovrà pur dare in cambio.

Infine, il futuro presidente vorrà ritirare nuovamente gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi – anche questo fu un esito del suo primo ciclo presidenziale – e impedire ogni altro tipo di negoziato sulle emissioni. Questo perché, come più volte ha espresso sui suoi canali social e durante i comizi, la crisi climatica è per lui o una “truffa” o “un’esagerazione”.

Trump presidente è una condanna per il pianeta?

Tutto questo fermerà la trasformazione dell’energia, delle città e della mobilità verso un mondo più sicuro e pulito ? Difficile, perché tanto negli Stati Uniti che nel resto dei Paesi è ormai in corso. Quello che farà, però, è rallentare il processo. Anche perché con Trump, la Casa Bianca torna a essere un covo di bugie e rifiuto della scienza. E quindi possiamo aspettarci di tutto. E oggi che possiamo perdere sempre meno tempo prima di innescare cambiamenti irreversibili del pianeta, un sequel di Trump proprio non ci voleva.